(ASI) Venezia – “Mentre nella Nato si discute di portare le spese militari al 5% del PIL, l’Italia affronta una crisi silenziosa ma profondissima nella sanità pubblica. La nostra priorità non può essere il riarmo, ma il rafforzamento dei servizi essenziali per i cittadini.”
Lo dichiara in una nota il Consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, che mette in evidenza il grave squilibrio tra gli impegni militari e le risorse disponibili per la salute. !L’Italia oggi spende circa il 6,2% del PIL in sanità pubblica, ben al di sotto della media europea e lontanissima da Paesi come la Germania e la Francia, che investono tra il 10% e l’11%. In termini pro capite, i dati sono ancora più chiari: l’Italia spende poco più di 3.200 dollari a cittadino, mentre la Germania supera i 6.900 e la Francia i 5.600. La differenza non è solo numerica ma concreta: mancano medici, infermieri, posti letto, attrezzature moderne e soprattutto servizi territoriali capillari. Anche il Veneto, pur essendo tra le Regioni più efficienti, sta pagando il prezzo di questa mancanza di risorse: ospedali sotto pressione, pronto soccorso affollati, liste d’attesa sempre più lunghe, difficoltà a trattenere personale sanitario, territori montani e periferici penalizzati. Mentre si discute di portare la spesa militare da 30 a oltre 100 miliardi di euro annui, il Fondo Sanitario Nazionale resta stagnante e sottodimensionato. Per portare l’Italia al livello medio europeo della sanità servirebbero almeno 40 miliardi in più all’anno. È inaccettabile che si discuta di aumentare la spesa militare quando non si trovano fondi per garantire una TAC in tempi decenti o per assumere personale nei reparti di terapia intensiva. La stessa Spagna ha rifiutato l’ipotesi di portare la spesa militare al 5%, definendola irragionevole. L’Italia dovrebbe fare lo stesso: difendere i propri cittadini non solo con mezzi militari, ma soprattutto con un sistema sanitario pubblico forte, accessibile e moderno. Prima di parlare di armi e carri armati, pensiamo ai medici, agli infermieri, alle famiglie, agli anziani e ai malati. Il Governo – conclude Valdegamberi – ha il dovere morale e politico di respingere ogni pressione per un aumento della spesa militare che metta a rischio la sostenibilità del nostro welfare. L’Italia ha bisogno di investimenti veri nella salute, non di nuove armi."



