(ASI) L'annuncio della ministra Bernini di 50 milioni per favorire il rientro dei vincitori delle borse europee ERC è una goccia nel mare delle necessità della ricerca italiana. La misura si rivolge a una fascia di ricercatori caratterizzati da forte mobilità internazionale, per i quali già sono stati messi in atto incentivi per favorire il ritorno in Italia.
A fronte di ciò, stupisce ancora di più il silenzio totale e l'inerzia del governo di fronte al dramma di migliaia e migliaia di giovani ricercatori reclutati dagli atenei e dagli enti di ricerca italiani con i fondi PNRR e oggi a fortissimo rischio di espulsione dal sistema.
Un gigantesco spreco di risorse umane e intellettuali, peraltro già attive nel nostro mondo universitario e della ricerca ed essenziali per il suo attuale funzionamento, che il nostro Paese non può permettersi.
Arrestare il pesante definanziamento dell'università pubblica avviato dall'ultima legge di bilancio e definire un piano straordinario per il reclutamento dei giovani ricercatori sono le vere due priorità assolute da affrontare, al di là di diversivi vari e di singole iniziative estemporanee. Così dichiara Alfredo D'Attorre, responsabile Università del Partito Democratico.