(ASI) TERNI - La notizia della tragica morte di Ilaria Sula, giovane studentessa ternana di soli 22 anni, ci lascia sconvolti e profondamente addolorati. Una figlia della nostra terra è stata brutalmente strappata alla vita da chi diceva di amarla. Tutto ciò è profondamente inaccettabile.
Non parliamo però di "ennesima" vittima, perché potremmo perdere l'esatta portata di questo drammatico e ormai estenuante fenomeno, diamo invece un preciso conteggio delle donne uccise solo nel 2025. I femminicidi da inizio anno sono stati 11 di cui 5 solo negli ultimi 20 giorni. Madri, figlie, sorelle, amiche sottratte all'affetto e all'amore dei propri cari senza un motivo, in alcun caso, giustificabile. Ilaria e le altre donne assassinate sono vittime di un sistema patriarcale che continua a produrre morte, dolore e silenzio. Non possiamo più definirli "delitti passionali", né trattarli come casi isolati; siamo in piena emergenza culturale, politica, sociale. La morte di Ilaria è un tragico promemoria della necessità di un impegno sempre più deciso da parte delle istituzioni, della politica e della società per prevenire e contrastare ogni forma di violenza di genere. Non possiamo più permettere che la paura accompagni ogni donna, che il silenzio copra le violenze, che la società resti indifferente. Serve una svolta radicale. Serve un'educazione sentimentale, serve il rispetto, serve la parità VERA. Serve agire nelle scuole, nelle famiglie, nei media. Serve una politica che si assuma la responsabilità di dire che la violenza maschile sulle donne è un problema degli uomini. Alla famiglia di Ilaria, ai suoi amici, a chi le ha voluto bene, va tutta la nostra vicinanza e il nostro abbraccio. Ma oggi il lutto non basta e anche le parole sembrano superflue.