(ASI) "I CPR italiani sono un luogo mortificante, nel quale non vengono rispettati i più elementari diritti umani, si verificano episodi riconducibili ad un uso sproporzionato della forza nei confronti dei detenuti e vi è un abuso nella somministrazione di psicofarmaci.
Queste sono solo alcune delle considerazioni presenti nel dossier redatto dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene, che ha condotto un attento monitoraggio rilevando le pesanti criticità che associazioni, ong e forze politiche e sociali denunciano da tempo.
Ancora una volta una voce indipendente spiega in modo chiaro il fallimento dell'esperienza dei CPR che si configurano sempre di più come laboratori del maltrattamento fisico e psicologico, come spazi assolutamente non trasparenti e, peraltro, come strumenti totalmente inefficaci sul piano dei rimpatri, poiché gli stessi crescono o diminuiscono totalmente a prescindere dalla presenza operativa dei CPR stessi.
Oltre al vergognoso caso dell'Albania vi è dunque la pagina nera dei CPR italiani.
Mezzi oramai utili solo alla pura propaganda dell'odio impiegati, mentre si è di fronte al totale vuoto di scelte nazionali per gestire e regolamentare i flussi nel nome della loro emersione.
Abbiamo bisogno, come sosteniamo da tempo, di tutt'altro: canali d'accesso regolari e sicuri, percorsi di inclusione sociale e gestione comune, a livello europeo, del fenomeno migratorio. Il primo passo di questo cambiamento, come sosteniamo, dovrebbe essere rappresentato dalla cancellazione della Legge Bossi Fini. Direzione non praticata da una destra che invece si accanisce sui diritti". Così in una nota Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del PD.