(ASI) Non si tratta di pessimismo cosmico, è che, molto spesso, leggendo quello che fanno i politici viene lo sconforto. Sono i fatti che inducono al pessimismo e allo sconforto.
E, allora, quando capita qualche notizia che induce all’ottimismo è il caso di darne conto con massimo gaudio. La confortante notizia è che il ministero dell’Ambiente vuole accertare con serietà, come è giusto, che ci siano tutti i documenti sul progetto per il ponte sullo Stretto di Messina. Da anni scriviamo e diciamo dell’assurdità di un’opera che non solo è complessa dal punto di vista tecnico, è esageratamente costosa, enormemente dannosa dal punto di vista ambientale e paesaggistico, ma quel che dovrebbe colpire di più, è straordinariamente inutile. Un tema, quest’ultimo, che più di tutti, dovrebbe essere essenziale e preminente per chi ha l’onere di amministrareil denaro pubblico. Ed è per questo che appare inconcepibile impegnare decine di miliardi di euro, sottraendoli alle priorità, come la sanità e le ricostruzioni delle zone terremotate, per l’attraversamento dello Stretto che oggi avviene in soli venti minuti. L’opera è così cervellotica che negli ultimi articoli avevo chiesto - come un’invocazione - alla presidente Giorgia Melonidi andare a vedere di persona, lì in riva allo Stretto, quello che si vuole fare. Qualche giorno dopo, sicuramente lo ha voluto il caso - non mi illudo certo che possa essere stato il mio articolo e la mia preghiera - la Presidente è andataa Reggio Calabria e poi a Gioia Tauro, visitando la zona dello scempio che potrebbe provocare la “creatura” concepita dal suo vicepremier e ministro, Matteo Salvini. Può darsi - chissà - che siano sorti dei dubbi e delle perplessità, anche all’interno del governo. È quello che sembra di capire dal comunicato in cui si dice che “la procedura va avanti con celerità e ogni attenzione possibile, nella consapevolezza comune, in primis all’interno del governo, che il Ponte dovrà essere un’opera utile, sicura e sostenibile”. Attenzione: non lo è, lo “dovrà essere”. Ieri, intanto, piùche perplessità, in quarantadue pagine,sono state rilevate, dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, pesanti carenze in tutta la documentazione,per cui sono state chieste, alla società Stretto di Messina S.p.A., nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte, 239 integrazioni di documenti. Pietro Ciucci, l’ad della società, ha dichiarato all’Ansa “che le osservazioni del Mase sono assolutamente congrue, per l’entità dell’opera e per le relative interazioni con il territorio e le varie componenti ambientali. E, comunque, le integrazioni saranno fornite entro 30 giorni”. Ma, allora, perché non sono state fatte prima, visto che erano “congrue”, cioè documentazioni opportune e appropriate? Trattandosi, peraltro, di questioni importanti, come i vincoli ambientali, la gestione dei rifiuti, il rischio sismico e i maremoti, l’impatto su atmosfera, aria, clima, ambiente idrico, flora, fauna, rumore e campi magnetici. Per finire con le integrazioni sull’analisi costi – benefici. Quest’ultima è la ragione per cui il Codacons ha chiesto l’intervento della Corte dei Conti perché “verifichi se ci siano possibili sprechi di denaro pubblico a danno della collettività, sanzionando gli eventuali responsabili”. Mentre c’è il sospetto che siano stati già definiti molti contratti-capestro, in modo che, comunque vada a finire la faccenda, molti avranno già fatto il loro interessante e vergognoso business.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
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