(ASI) Roma – “Il ministro Schillaci ha sottolineato oggi che bisogna ripensare il Servizio sanitario nazionale e che la sanità pubblica dovrebbe essere rinnovata, perché fondata su modelli antiquati.
Siamo perfettamente d’accordo sul rinnovamento, se con ciò si intende digitalizzazione del sistema e superamento del concetto basato sui grandi ospedali con un passaggio invece a una più capillare sanità territoriale, più vicina al cittadino. Se invece il ripensamento del Ssn dovesse essere il grimaldello per discutere i pilastri della sanità pubblica e strizzare l’occhio al privato, allora sarebbe decisamente preoccupante e ci opporremmo in tutti i modi. Accogliamo, invece, con favore lo stanziamento di oltre due miliardi per il rinnovo dei contratti. Ci riserviamo una più precisa disamina dopo aver avuto modo di leggere il testo, ma in questo caso la strada è quella giusta. Preoccupa, però, la scarsità di risorse totali: al netto di quelle destinate ai contratti, infatti, restano soltanto le briciole per tutte le altre criticità, come carenza di personale e di posti letto, liste d’attesa e ritardo nella medicina territoriale. La manovra rischia così di trasformarsi in un autentico salasso per il nostro Ssn. Gridare vittoria per il rinnovo contrattuale, dunque, non salverà la sanità pubblica. Fa sorridere, infine, l’auspicio del ministro a proposito di maggiori poteri da parte del governo centrale sulle politiche sanitarie, visto che fa parte di un esecutivo che spinge per un’autonomia regionale ancora più accentuata. Ma ormai è chiaro che sulla sanità il governo Meloni ha poche idee e molto confuse”. Lo scrivono in una nota congiunta Senatori e Deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali.