(ASI)" Finalmente la legislazione europea potrebbe essere ad una svolta per gli autisti che operano per le piattaforme delle multinazionali: tutele e diritti per chi di fatto è un dipendente a tutti gli effetti grazie al “Platform Work Directive”. Circa questi lavoratori, infatti, solo nei più tremendi incubi, si poteva pensare di avere nel terzo millennio una situazione peggiore dell’800 della prima industrializzazione. Se allora i lavoratori non avevano tutele, almeno il rischio d’impresa ed i mezzi di lavoro erano a carico del capitalista di turno.
Oggi, invece, per autisti del trasporto persone (i driver) o addetti alle consegne (i rider), la situazione è finanche peggiore: non solo sono privi di tutele e diritti, schiavi di algoritmi e meccanismi reputazionali senza controllo, ma il mezzo di lavoro, auto o bicicletta che sia, lo devono mettere addirittura loro! Quindi, mentre la totalità dell’attività organizzativa è rimessa alla multinazionale/piattaforma di turno - cosa che caratterizza l’attività di chi fa impresa e che quando assente, invece, caratterizza il lavoro subordinato - il rischio d’impresa relativo ai mezzi della produzione è sulle spalle di chi presta l’attività lavorativa.
É per questo che le istituzioni europee non devono cedere a ricatti e minacce delle multinazionali! Uber ha dichiarato in queste ore che laddove si avranno giuste leggi sul lavoro, allora essa alzerà i prezzi e lascerà alcune città. Evidentemente lo scandalo Uberfiles, che ha portato alla luce le sordide tecniche di pressione politica e di lobbying utilizzate dalla multinazionale, non l’ha intimorita affatto. E’ giusto però che il legislatore europeo sappia che nei soli ultimi 4 anni Uber ha comunque alzato dell’83% le tariffe, come riportato da Forbes il 16 gennaio scorso.
Ci chiediamo dunque come possa continuare a reggere un modello di affari come quello di Uber, che dal 2009, nonostante abbia beneficiato di una tolleranza istituzionale figlia di concezioni giuslavoristiche che, ribadiamo, neanche nell’800 si aveva, e nonostante si giovi della fiscalità di favore offerta dai paradisi fiscali, privando così gli Stati membri di importanti entrate per il welfare, non ha mai registrato un bilancio in utile, tanto più nella divisione del trasporto persone.
La Direttiva sui lavoratori delle piattaforme è una preziosa occasione per difendere la nostra concezione di civiltà, rappresentando un modello per il resto del mondo. È necessario per questo rifuggire dalle influenze dei poteri economici e continuare a mettere al primo posto la dignità delle persone. L’UE non perda questa opportunità!" . Così in una nota URITAXI (Italy) - ELITE TAXI BARCELONA (Spain) - ANTAXI (Spain) - FNDT (France) - TEAM TAXI (France) - FEDERAÇÃO PORTUGUESA DO TÁXI ( Portugal) - BTF (Belgium) - SATA (Greece).