Sanità, dispositivi tecnici: la soluzione ottimale è il TTR, ora ridurre il monouso

(ASI) Il Governo si è impegnato affinché lo Stato ed i suoi Enti si adoperino al fine di favorire l’utilizzo dei dispositivi tecnici riutilizzabili, il cui impiego comporta maggiori vantaggi rispetto ai tessuti monouso o in cotone. Il mercato dei dispositivi tessili per sala operatoria, infatti, distingue, in relazione alle caratteristiche merceologiche, i prodotti monouso dai prodotti riutilizzabili. Dai risultati normativi così come dalle evidenze operative emerge una chiara preferenza del TTR (Tessuto Tecnico Riutilizzabile) rispetto al cotone, costituendo il primo il materiale tecnologicamente più avanzato nell’ambito dei dispositivi tessili per sala operatoria.

Oltre alla natura del prodotto – riutilizzabile o monouso – il TTR viene preferito poiché realizza migliori prestazioni in termini di performance, comfort e sicurezza, rispetto al tessuto monouso. Un ulteriore elemento in considerazione del quale i due mercati si distinguono – e per cui si preferisce il mercato del riutilizzabile – è l’opposto modello di business adottato dalle imprese fornirtici dei dispositivi. I fornitori di dispositivi riutilizzabili sono imprese di servizi, che gestiscono per conto della struttura ospedaliera tutto il ciclo di ricondizionamento e di vita dei prodotti, semplificando in tal modo le procedure interne alle strutture ospedaliere. Viceversa, i prodotti monouso vengono acquistati secondo il principio dell’usa e getta, pertanto tutte le attività di stoccaggio, gestione, mantenimento e smaltimento sono a carico della struttura sanitaria. Quanto, poi, ai costi, oltre al puro costo del dispositivo – costo di acquisto per i monouso, costo di noleggio per i riutilizzabili – e dei servizi di lavaggio e sterilizzazione, una valutazione più ampia dei vantaggi e degli svantaggi deve tener conto anche degli effetti macroeconomici, in termini di occupazione, generazione di reddito e bilancia dei pagamenti. Se, infatti, nella filiera del monouso l’attività nazionale è ridotta e si limita all’intermediazione commerciale e alla customizzazione dei kit, nella filiera dei riutilizzabili la parte prevalente del valore aggiunto (all’incirca l’80%) si concretizza nelle attività di servizi realizzate interamente all’interno del territorio nazionale, così favorendo il made in Italy. Va, a tal proposito, sottolineato che in Italia il settore delle lavanderie industriali occupa decine di migliaia di lavorati. Sotto questo profilo, dunque, i dispositivi riutilizzabili generano una quota maggiore di attività in Italia in relazione alla unità di spesa pubblica. Il TTR risulta, poi, maggiormente vantaggioso con riguardo ai costi sociali ed ambientali, cioè agli effetti, nocivi o benefici, che ricadono sul sistema complessivo in cui la realizzazione del bene prende vita. I tessili in TNT vengono smaltiti tramite incenerimento poiché classificati come rifiuti speciali al momento dello smaltimento, mentre i tessili in TTR si identificano come rifiuti semplici pertanto risultano a minor impatto ambientale. È quindi evidente che, sotto il profilo qualitativo, il TNT presenta un costo sociale ed ambientale più elevato rispetto al TTR. È necessario, dunque, “promuovere un’azione di informazione e sensibilizzazione nelle strutture sanitarie pubbliche e private in relazione alle più recenti novità normative comunitarie e nazionali in questo settore, alle positive esperienze già praticate sul territorio nazionale e alle migliori tipologie di dispositivi tessili disponibili sul mercato con riguardo alla sicurezza, alla sostenibilità ambientale, al processo produttivo e all’occupazione locale”. È quanto sostenuto dalla Senatrice Biancofiore con l’Ordine del giorno G/564/18/5 relativo alle buone pratiche per l’utilizzo dei dispositivi tessili – già approvato. Approvazione altresì ottenuta – all’unanimità – per l’Ordine del giorno presentato al Consiglio regionale dell’Assemblea Legislativa della Liguria dal Presidente della Commissione Sanità, Cons. Brunello Brunetto. Nella provincia autonomia di Trento, poi, il Consigliere Claudio Cia ha presentato una mozione con cui chiede alla Giunta provinciale di promuovere azioni in merito ai dispositivi tessili sanitari utilizzati nelle strutture ospedaliere pubbliche o private presenti in trentino, incentivando l’uso dei dispositivi tessili in TTR, sebbene ad oggi se ne attenda la calendarizzazione. Mentre per quanto riguarda la Provincia autonoma di Bolzano, grazie al medesimo interessamento alla tematica da parte del Consigliere Marco Galateo, si è scoperto che l’Amministrazione ha già iniziato da tempo questo cambio di passo, riducendo notevolmente il monouso e portando così la percentuale di utilizzo del TTR nelle strutture sanitarie a oltre il 60%. La tematica, infine, è stata portata avanti anche a livello europeo attraverso una interrogazione rivolta alla Commissione europea da parte dell’On. Matteo Gazzini, con la quale si è chiesto di incentivare negli Stati membri l’utilizzo da parte delle strutture sanitarie dei TTR ed alla quale l’organo competente ha risposto evidenziando la presenza allo stato attuale di politiche di indirizzo in tal senso. È chiaro quindi che l’utilizzo sempre maggiore dei dispositivi in TTR rappresenta una strategia vantaggiosa da diversi punti di vista – economico, ambientale, sociale – strategia i cui eventuali risultati, tra l’altro, costituirebbero la soluzione ottimale sia per il paziente sia per gli operatori, in termini di maggiore sicurezza e contenimento delle possibili infezioni.

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