(ASI) Roma - “Fino a pochi giorni fa, il centrodestra si dichiarava assolutamente contrario al salario minimo. Poi però è successa una cosa: i sondaggi hanno reso evidente che tre italiani su quattro sono favorevoli al salario minimo, e tra questi anche gli elettori di centrodestra. Improvvisamente la posizione del Governo è cambiata”: lo afferma Leonardo Donno, deputato M5S in un’intervista a Tag24.
“Come ci si può fidare di un’apertura che è un evidente calcolo elettorale? Noi del Movimento 5 Stelle parliamo di salario minimo dal 2013. Nella nostra storia abbiamo sempre dimostrato attenzione ai lavoratori. Siamo convinti che sia fondamentale fissare quanto prima un salario minimo perché ci sono quasi quattro milioni di lavoratori poveri che guadagnano meno di mille euro al mese. Con la nostra proposta - continua Donno - invece i salari aumenterebbero di almeno 800 euro l’anno. Si tratta di un intervento urgente, ma purtroppo quando ci sono le emergenze questo Governo preferisce non affrontare i problemi. La nostra proposta è lì, nero su bianco, mentre ad oggi non sappiamo quale sia quella del Governo. Noi siamo sempre disponibili al dialogo, ma nei fatti la maggioranza non si è voluta mai confrontare sul merito. L’unico emendamento che ha presentato sul tema è quello per cancellare la proposta di legge. All’apertura della presidente del Consiglio non corrisponde nessun atto ufficiale di Palazzo Chigi. Di fatto oggi non esiste nessuna proposta concreta sulla quale potersi confrontare. Per noi è fondamentale che sia fissata una soglia minima di dignità di 9 euro lordi l’ora. Questa base deve essere il punto di partenza da cui partire per discutere con la maggioranza di eventuali iniziative migliorative. Il problema, come detto, è che non sembra ci siano i presupposti”.