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Intervista a Marco Scatarzi, fondatore di Casaggì.

(ASI) Il mio primo incontro con i ragazzi di Casaggì è stato nel Gennaio 2006, in  occasione di un coordinamento tra Azione Giovani e Azione Universitaria, nella sede di via Maruffi incubatrice del progetto politico e umano. Casaggì è una realtà che negli anni  ha cercato di porsi come alternativa militante giovanile innovativa in un contesto, almeno all'inizio, prettamente fiorentino.


Innegabile l'influenza esercitata da due storici segretari del Fronte della Gioventù: Marco Tarchi, oggi docente di scienze politiche, sul finire dei '70 promotore della Nuova Destra, ispirata ai canoni di Alain De Benoist e alla cultura underground di Jack Marchal; poi Maurizio Rossi, che al Fronte di Firenze impresse una connotazione 'terciersita', lontana dalle derive di destra d'ordine e più attenta, invece, alle tematiche del sociale, oltreché ad una educazione culturale e militante.
La Comunità nata in via Maruffi (oggi la sede è in via Frusa, a due passi dall' Artemio Franchi) ha assistito nell'ultimo biennio alla costituzione di nuclei affini a Grosseto ed in Versilia.
Ho rivolto alcune domande a Marco Scatarzi, dirigente di Azione Giovani e poi Giovane Italia e co fondatore di Casaggì. Marco ha accettato di rispondere dipingendo un quadro esplicativo della realtà: albori, primi risultati ottenuti, difficoltà, vittorie, presenza in una città certo ostile a movimenti non allineati con il comune pensiero di sinistra.



A quanti anni il primo volantino?

Era circa una dozzina di anni fa. La Comunità mi incaricò di partecipare ad un volantinaggio nell’allora roccaforte rossa di Scienze Politiche, in via Laura. Non frequentavo ancora l’università e facevo politica da meno di un mese. Avevo suonato al portone sgangherato di una palazzina, quella poi avrei trasformato qualche anno in più tardi in Casaggì, perché mi sentivo affascinato dalla simbologia e dal linguaggio che proveniva da quelle stanze e che leggevo sui manifesti di Azione Giovani regolarmente attaccati sulle mura del mio quartiere. Sapevo che la politica sarebbe stata una scelta forte, a Firenze, ma mi sono sempre piaciute le cose meno facili. A quel primo volantinaggio me ne accorsi. Scienze Politiche era il tempio dell’antagonismo fiorentino, teatro di ripetuti scontri col Fronte della Gioventù e palestra di pensiero per molti leader dell’antifascismo locale. Ci presentammo in quattro a volantinare. Io ero il più giovane e il meno esperto. Passarono dieci minuti e una cinquantina di autonomi si posizionarono a venti metri da noi: molte donne, ma anche qualche personaggio poco rassicurante col casco del motorino legato in vita. Dalla presenza si passò agli insulti, poi al lancio di oggetti e infine alla mezza carica. Non ci muovemmo di un metro, perché eravamo disposti a difendere il nostro diritto di parola. Partì una rissa, plateale e furibonda, che fu interrotta solo dall’arrivo di una volante dei Carabinieri e dalle urla del Preside, che nel frattempo era uscito dalla suo ufficio attirato dal rumore e dalla concitazione. Ce ne andammo solo allora, con le nocche aperte e qualche ammaccatura n faccia, felici di aver difeso il nostro diritto ad esistere contro un branco di iene urlanti. Lessi sui giornali del giorno dopo, dove si titolava che dei fascisti avevano aggredito alcuni studenti inermi (sic!), che quattro di loro erano rimasti feriti ed erano stati costretti a delle cure mediche. Non so quanto ci sia di vero, ma quel giorno fui precipitato dalla teoria alla pratica. Mi salvarono la vita gli anni di pugilato e di allenamento quotidiano alle arti marziali, oltre ai ragazzi che mi stavano accanto. Avevo avuto il mio battesimo del fuoco e da quel momento la mia vita sarebbe stata diversa. Avrei dovuto scegliere se smettere o continuare: sono ancora qui, e non rimpiango niente di quello che ho fatto. Questo è stato il mio primo volantino…

Quando e perché ha inizio l'esperienza di Casaggì?

Casaggì nasce nel gennaio del 2005. E’ un progetto ambizioso, che a sette anni di distanza possiamo dire riuscito. Nasce con l’intenzione di creare un’alternativa pratica e politica ai luoghi di ritrovo della sinistra antagonista in città, che allora imperavano e imperversavano in lungo e in largo. Occorreva rompere gli indugi e creare un contenitore vivo e pulsante, fuori dagli schemi, che non avesse le briglie politiche, che non avesse padroni, che potesse agire liberamente e rappresentasse qualcosa di nuovo. All’inizio si trattò semplicemente di riadattare la stanza affidataci dalla Federazione di Alleanza Nazionale in un luogo che potesse ospitare dei microeventi di metapolitica. Iniziamo con poco e in pochi, ma il progetto piacque. Piaceva il linguaggio, piacevano i temi, incuriosiva la grafica e ci ritrovammo nel giro di un anno a gestire l’intera palazzina. Alleanza Nazionale si avviava a diventare il Pdl e provvedeva ad alleggerire la struttura partitica, lasciando delle zone d’ombra, come la presenza fisica nelle sedi. Ci facemmo avanti e iniziammo a gestire il tutto: nacquero un punto gadgets per la vendita di materiale identitario, una libreria, un bar, un laboratorio informatico, un cineforum, uno spazio per i corsi di autodifesa e un giardino che iniziammo ad utilizzare per concerti, rappresentazioni teatrali, conferenze e feste. 
Era il 2007 e nel giro di un anno la Comunità conobbe una crescita esponenziale e iniziamo a scendere in piazza e far sentire la presenza in città, col primo grande corteo per i martiri delle foibe e con un secondo corteo, in primavera, contro l’immigrazione clandestina e i provvedimenti dell’allora governo Prodi. Nel frattempo facemmo breccia nelle giovani generazioni coi nostri eventi metapolitici: a Casaggì si facevamo feste con centinaia di persone, si proiettavano rassegne cinematografiche molto seguite, si facevano suonare gruppi del panorama underground, si creavano momenti di dibattito ai quali partecipavano ospiti di rilievo nazionale. Il progetto aveva decollato e iniziò a fare rumore e a dare fastidio: ci furono i primi attentati, i primi scontri fisici e i primi tentativi di chiudere Casaggì con la forza. Reagimmo compostamente e continuammo sul percorso tracciato, senza perdere lucidità. Conquistammo la Consulta degli Studenti e ci confermammo il primo movimento studentesco, con decine di migliaia di voti, nelle scuole di Firenze e provincia. Poi venne il 2009 e con questo le elezioni comunali. Utilizzammo la lista del Pdl come strumento e riuscimmo ad eleggere Francesco Torselli, ex presidente di Azione Giovani e animatore storico della nostra struttura, al consiglio comunale. Fu una guerra totale: prendemmo seicento preferenze spaccandoci la schiena, tra gente che per mesi non si presentò a scuola e venne bocciata, persone che hanno dormito in un furgone accanto ai secchi di colla, porta a porta nei quartieri popolari, volantinaggi serrati a tutte le ore, collette estenuanti per pagarci il materiale elettorale e sforzi oltre ogni immaginazione. Era la nostra guerra alla politica locale, ai portaborse e ai poltronai che in tutti gli anni precedenti ci avevano messo i bastoni tra le ruote, alla sinistra istituzionale che cercava con ogni mezzo di spazzarci via, a tutti quelli che ci avevano deriso e adesso si vedevano soffiare il posto. Ciò che è venuto dopo è stato sempre all’altezza del protagonismo che ci siamo ritagliati e conquistati: cortei partecipatissimi, successi elettorali a tutti i livelli e in tutta la Toscana, apertura di una nuova sede interamente costruita e pagata da noi con mesi di lavori e due prestiti in banca, lancio di campagne nazionali seguite e condivise, costruzione di una rete metapolitica di tutto riguardo e molto altro. Una storia che ci ha visti sempre in prima linea, eretici e ribelli, creando dei legami di sangue e una Comunità molto unita.

Quali le reazioni della politica fiorentina?

Ad una iniziale curiosità, con i primi veri successi, si è passati ad una seconda fase fatta di ostracismo. Oggi Casaggì, a Firenze, è un soggetto che fa parlare di sé. Prende le prime pagine, produce centinaia di eventi, si guadagna visibilità, crea reazioni contrastanti. E’ un fenomeno che trova molti nemici, ma anche moltissimi apprezzamenti. Per ogni atto vandalico subito, per ogni aggressione, per ogni contromanifestazione e per ogni calunnia ci sono centinaia di attestati di solidarietà, contributi e donazioni per mantenere la nostra sede, iscrizioni e sottoscrizioni da ogni parte. Sappiamo di agire in un territorio difficile, dove la sinistra radicale è il braccio armato di un pensiero debole che trova radici profonde e forti entrature nelle istituzioni, nei poteri forti, nelle banche, nei circuiti economici e persino e in quelli religiosi. A Firenze, quando si levano gli scudi contro di noi, si contano ex militanti di Lotta Continua, esponenti del centro, antagonisti, anarchici, preti e intellettuali, giornalisti e imprenditori. Eppure non abbiamo mai mollato la presa. Siam fatti così!

Quali credi siano le differenze tra Azione Giovani e Giovane Italia?

I contenitori sono contenitori e le sigle restano sigle. Ciò che conta sono le idee che ci metti dentro e le sinergie che si creano nel trasformare quelle idee in azioni.
Nella Giovane Italia ho trovato, per intero, tutta quella Comunità umana e politica con la quale sono cresciuto in Azione Giovani. Anzi, l’ho trovata migliore, perché la scissione finiana ha contribuito a selezionare un ambiente inquinato. E’ un movimento che sta muovendo i primi passi e che deve ancora trovare una quadratura interna che, forse, neanche Azione Giovani aveva mai trovato. Quando vedo la fiaccola tricolore e ripenso ai cortei, alle battaglie fatte, alle botte date e prese, ai sorrisi e alle incazzature di tutti quegli anni di lotta e di attivismo non manco mai di emozionarmi. Ma non ho mai amato i reduci della ultima ora o i nostalgici di ciò che è stato. La maggior parte della gente vive di ieri e di domani, dimenticando di vivere oggi. E’ qui che dobbiamo fare la differenza. Giovane Italia è uno strumento che può aiutarci in tal senso.

'Giorno del ricordo'. Quali le iniziative portate avanti dall'ambiente militante negli ultimi anni?

A Firenze, come del resto in tutta Italia, siamo sempre stati molto sensibili al tema del ricordo dei martiri delle foibe. Dal 2005 organizziamo un corteo, ormai divenuto appuntamento nazionale, per ricordare gli italiani infoibati e quelli costretti all’esodo. Anche quest’anno, il 4 febbraio, saremo in piazza con Giorgia Meloni, a Firenze, per ribadire la volontà di costruire una coscienza di popolo che sia anteposta a quella di classe e che possa permetterci di rendere collettivo il nostro attaccamento all’identità nazionale e alla sua storia, tutta, senza omissioni di comodo.

A tuo avviso, per quale motivo le sigle di sinistra osteggiano tanto la memoria degli infoibati?

Una certa sinistra è fuori dal tempo. Ha eretto il filo spinato, per usare una metafora cara al nostro ambiente, per autoghettizarsi, lamentandosi degli effetti. Ogni occasione, anche la più inutile, diventa per loro un’onda da cavalcare, nella speranza che possa fungere da collante per la riaggregazione di forza ormai disperse. Mi sembra di assistere all’inutile e reiterato tentativo di resuscitare un morto, con buona pace del buon senso. Sono lontani anni luce dalla realtà del paese, dai suoi dilemmi, dai suoi problemi. C’è in corso una crisi economica la cui risoluzione è stata affidata ai banchieri che hanno contribuito a generarla e loro stanno in piazza a strillare contro il fascismo. Si sono costruiti un mondo parallelo e lo abitano credendolo il migliore dei mondi possibile. Il motivo è fisiologico e culturale: non hanno più ragione di essere…

Parliamo del corteo del 4 Febbraio. Avete subito minacce o intimidazioni?

Ad oggi, 11 gennaio, non abbiamo avuto serie avvisaglie di gravi problemi, fatta eccezione per alcuni commenti su alcuni blog, che si limitavano a definire le foibe un invenzione e il nostro corteo una provocazione. Ma ci guardiamo bene dal ritenerne gli autori dei soggetti politici.


Il 4 Febbraio p.v. Casaggì sfilerà in corteo per ricordare le vittime della persecuzione titina. L'evento vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell'ex Ministro della Gioventù Giorgia Meloni. (Video di lancio: http://www.youtube.com/watch?v=DKXQPG4b9to&feature=player_embedded )
Chi fosse interessato a partecipare può reperire informazioni e contatti sul sito della Comunità: www.casaggì.org

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