(ASI) Roma - Il vicepresidente della Camera, on. Sergio Costa (M5S) ha depositato una proposta di legge per istituire l’Agenda trasparente per tutti i decisori pubblici, a partire dai membri del Governo e inclusi i dirigenti generali dello Stato.
«Chi amministra il bene pubblico, chi assume decisioni pubbliche, è tenuto ad agire in modo rigorosamente trasparente, rendendo conto ai cittadini del proprio operato. A questo obiettivo risponde il disegno di legge che introduce l’obbligo per i membri del Governo, i loro collaboratori e gli alti dirigenti dello Stato, di rendere pubblici gli incontri avuti con i portatori di interessi».
Nella Pdl si introduce l’obbligo ai decisori pubblici di inserire sul sito istituzionale gli incontri della propria agenda. Per decisori pubblici si intendono non solo i membri del governo (ministro, viceministri e sottosegretari) ma anche coloro che rivestono incarichi di vertice degli uffici di diretta collaborazione con funzioni vicarie, i consiglieri, gli esperti e i collaboratori. Stesso obbligo per i vertici regionali, i presidenti e componenti delle autorità indipendenti, gli organi di vertice degli enti pubblici statali, e degli altri enti pubblici.
Andranno indicati gli incontri con i portatori di interesse, rappresentanti di soggetti giuridici sia pubblici che privati, consorzi, associazioni di categoria e chiunque possa avere un proprio interesse specifico.
L’agenda riporta le informazioni necessarie per far conoscere ai cittadini chi si è incontrato, la natura dell’incontro, la finalità e la documentazione eventualmente consegnata.
«A livello parlamentare si sono succeduti circa 100 disegni di legge in materia, nessuno è arrivato a compimento. Ricordo che nella scorsa legislatura ci fu la proposta Silvestri (M5S) per la regolamentazione del rapporto con le lobby, ripresentata anche in queste settimane. Spero che tutto l’arco parlamentare possa convogliare su questo lavoro che risponde a un’esigenza non più procrastinabile - spiega l’on. Costa - Le vicende a cui stiamo assistendo in questi giorni relative al cosiddetto “Qatargate” rendono ancora più urgente e indispensabile l’adozione in Italia di questo strumento che altrove è già realtà. Io l’ho già adottato autonomamente quando ero ministro dell’Ambiente nei governi Conte 1 e 2 - aggiunge - ed è stata un’esperienza diretta che ha mostrato come sia possibile aumentare il livello di trasparenza nei processi decisionali senza comportare nuovi oneri. Purtroppo durante il governo Draghi l’agenda è stata sospesa in attesa di non meglio precisati chiarimenti da parte dell’Autorità garante per il trattamento dei dati personali come se la tutela della privacy dei singoli decisori pubblici fosse più rilevante rispetto all’interesse generale di conoscere nel dettaglio chi incontra e perché il decisore pubblico stesso. Abbiamo un’occasione per risolvere questo vulnus del nostro Paese, mi auguro un’ampia convergenza e una approvazione veloce».