(ASI) Il fronte del dissenso, che era stato molto unito nelle grandi manifestazioni di piazza durante il periodo della contestazione popolare contro l’obbligo vaccinale e la politica del governo Draghi, si è presentato, inspiegabilmente, diviso alle elezioni nazionali. Risultato? Nessuna delle 4 liste presenti nelle schede elettorali, sottolineo nessuna forza politica, è entrata in Parlamento.
A nulla sono serviti gli appelli all'unità di tutte le forze anti-sistema del popolo del dissenso rivolti ai vari leader: Paragone, Rizzo, Cugnal, Toscano, Adinolfi e Simone Di Stefano. L'obiettivo doveva essere: presentarsi alle votazioni con un nuovo soggetto politico unitario per ottenere una rappresentanza parlamentare. Così non è stato e di chi sia la responsabilità, adesso, conta poco. La frammentazione e la dispersione dei voti si è rilevata non solo un grande errore politico, ma ha finito per disorientare i tanti elettori che si riconoscevano nel composito mondo del dissenso. Una delusione che ha finito per alimentare in loro anche l'estensione. I riscontri delle urne hanno, come era logico, bocciato tutte le 4 realtà antgoniste, relegandole ad un ruolo, praticamente, marginale. Infatti, Italexit, Italia Sovrana e Popolare, Vita e Alternativa per l'Italia, non hanno superato lo sbarramento del 3%. Invece, se si fossero messi i 4 partiti assieme, stante i risultati, sommando i voti ottenuti singolarmente il 25 settembre da loro, si sarebbe ottenuto il 3,85% (Italexit 1,87% Italia Sovrana e Popolare 1,12% Vita 0,71% Alternativa per lItalia 0,15 Totale 3.85% fonte https://elezioni.interno.gov.it/), una percentuale sufficiente che avrebbe garantito al fronte del dissenso almeno una decina di parlamentari eletti sia al Senato sia alla Camera dei Deputati. Questo insuccesso elettorale quali effetti produrrà al variegato ambiente del mondo del dissenso? Si capirà che sbagliare è umano, ma perseverare nell'errore è diabolico, Infatti, la storia insegna che l'unione fa la forza e che, soprattutto in politica, ogni occasione lasciata è persa?
Redazione Agenzia Stampa Italia