(ASI) Roma - «Il giusto intento di favorire un dibattito aperto, laico e condiviso su aborto e natalità, sollecitando l’applicazione della Legge 194 anche nella parte di prevenzione e di tutela sociale della maternità, non può spingersi fino a negare l’intrinseca iniquità della Legge 194.
Per questo ci hanno stupito le parole usate ieri, in diretta Rai, dal Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Vincenzo Paglia, secondo cui la legge 194 sull’aborto sarebbe “un pilastro della nostra vita sociale”. Non comprendiamo come possa essere un “pilastro” della società una legge che sopprime vite umane inermi e innocenti. Proprio per questo vogliamo ribadire la nostra gratitudine nei confronti di Papa Francesco che, con parole nette e inequivocabili, ha sempre escluso la compatibilità tra una legge sull’aborto, paragonato al lavoro di un sicario, e una società orientata alla pace e alla giustizia. Lo stesso Pontefice, infatti, ha definito più volte l’aborto come “un crimine, un male assoluto”, così in una nota di Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus quale commento delle dichiarazioni sull’aborto di Mons. Paglia.
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