(ASI) *Il Piano Oncologico Nazionale (PON) rischia di essere un progetto utile più a fini teorici che non in termini pratici. Il documento attualmente al vaglio della conferenza Stato-Regioni rischia di essere poco utile nell’aiutare a prevenire i tumori e soprattutto a curare i pazienti oncologici.
Anche la mozione che sarà discussa mercoledì in Senato va nella giusta direzione, ma, qualora approvata, il Governo dovrebbe spiegare come intende applicare dei correttivi su un Piano che ormai è in dirittura d’arrivo. Accanto agli obiettivi delineati dal piano, manca tutto il resto, mancano i tempi, la progettazione, e soprattutto le risorse. Comprendiamo la necessità da parte del Ministero della Sanità di approvare il PON velocemente e a saldi invariati per non incorrere nella dilatazione dei tempi di autorizzazione o nella mancata approvazione da parte del MEF, tuttavia se non prevediamo fondi per le reti oncologiche è impossibile prendere in carico i pazienti. Tutto rischia di tramutarsi in uno scaricabarile, con le Regioni che diranno che non ci sono i soldi e i pazienti che finiranno per vedersi negare le cure, a meno che non siano disponibili a pagarle di tasca propria. La mancata indicazione di risorse specifiche per arrivare alla realizzazione degli obiettivi rende il PON inattuabile. Questo fa in modo che la salute di coloro che lottano contro i tumori sia ancora una volta a rischio. Abbiamo assistito in questi anni di pandemia alla conversione degli ospedali ordinari in ospedali Covid, al dimezzamento degli screening, alla riduzione degli interventi chirurgici, al raddoppio della percentuale di malati che hanno rinunciato alle cure, alla crescita della spesa sanitaria a carico delle famiglie. Tutto questo non può non avere incidenze sui malati di tumore e sulla prevenzione. Nel 2035 si prevede che le diagnosi di cancro possano aumentare del 24% e che il cancro possa diventare la prima causa di morte. Per far fronte a tutto questo e per invertire la rotta, c’è bisogno che il Piano Oncologico Nazionale sia non solo in linea con gli standard europei contenuti nello Europe’s Beating Cancer Plan, ma che sia anche uno strumento efficace e non un mero esercizio teorico. Per questo il Governo ha il dovere di indicare le risorse con cui sostenere l’attuabilità del PON. Se ciò non avverrà, potremmo dire di avere un Piano Oncologico Nazionale aggiornato, ma sicuramente non sufficiente per l’obiettivo primario che dovrebbe perseguire: salvare vite umane*.
Lo dichiarano i senatori di Fratelli d’Italia Franco Zaffini e Nicola Calandrini.