È l'udienza nella quale si costituiranno le parti e ci saranno le richieste istruttorie al fine del corretto instaurarsi del dibattimento per quella che dovrebbe essere la ricerca della verità in un quadro di accuse, quelle della Procura romana, farraginoso e meno che indiziario.
Ci auguriamo il buon senso da parte di talune associazioni marcatamente politiche che evitino il tentativo di politicizzazione del processo improvvidamente richiedendo una del tutto avulsa dai canoni del diritto la costituzione come parte civile.
Ma sappiamo che tale prova di buon senso non vi sarà.
Ci batteremo, pertanto, con tutte le nostre forze nel solco già tracciato dalla I Sezione Collegiale del Tribunale di Roma per impedire lo scempio politico del processo e l'instaurarsi di un clima d'odio in seno alla procedura.
Siamo di fronte ad un processo dai dubbi presupposti sia fattuali che giuridici. Il quadro accusatorio della procura romana, travolta dall'ansia di andare a processo, è meno che indiziario.
Nel processo principale a carico di Aronica, Fiore, Castellino e altri, può considerarsi, dopo la testimonianza dell'ennesimo operante della Digos di Roma, indotto dalla Procura, definitivamente acquisito come dato fattuale e giuridico che i manifestanti chiesero in assoluta correttezza e con senso di responsabilità di poter formare il corteo da Piazza del Popolo alla CGIL e che il permesso fu accordato e che giammai fu notificato agli organizzatori, alcuni di loro pesantemente "manganellati" lo scioglimento della manifestazione e del corteo che si muoveva pacificamente verso la CGIL.
È stato dichiarato che il permesso in fatto VI FU - in diritto non ve ne era nemmeno bisogno in base al TULPS - e che venne predisposto quanto necessario per garantire l'ordine pubblico che non fu mai turbato fino a Porta Pinciana.
Il dibattimento istruttorio, condotto da un illuminato Presidente del Collegio Giudicante, sta palesando nitidamente la strumentalizzazione politica che fu fatta dalle forze liberticide nell'interesse della cricca governativa che aveva ed ha bisogno di emarginare il dissenso popolare per continuare ad operare, senza oppositori, la devastazione materiale e morale del popolo italiano, delle sue libertà, dei suoi diritti, costituzionalmente garantiti, a cominciare da quello al lavoro.
È un imponente movimento giustizialista che si sta muovendo contro ogni forma di libertà popolare il cui fronte, senza bandiere politiche, aveva dimostrato a Piazza del Popolo il 9 ottobre di sapere ribaltare il conformismo politico capace di schiacciare anche i fondamenti della Costituzione.
Il 5 luglio con il processo a Bonanno Conti ed altri, nelle aule di Giustizia romane, inizia una nuova battaglia per la Verità e la tutela delle libertà del popolo italiano." Così in una nota l'Avv. Nicola Trisciuoglio difensore di Giuseppe Bonanno Conti.