(ASI) Con le ultime disposizioni del Governo - Draghi, che prolungano lo stato di emergenza almeno fino al 31 dicembre prossimo, le difficoltà degli italiani, già aggravate da due anni di restrizioni per la pandemia (più o meno fondate), rischiano di far peggiorare ulteriormente la situazione.
Dopo mesi caratterizzati dalla corsa di una forte inflazione globale, che ha provocato pesanti rincari di tutte le materie prime, la presa di posizione dell'Europa rispetto alla guerra in Ucraina sta già creando le condizioni per un possibile crollo della tenuta sociale dell'Italia. Cosa faranno gli italiani di fronte a prezzi inaccessibili dei generi di prima necessità e dei caburanti? Come reagiranno alla diffusione su larga scala dei licenziamenti, già avviati con lo sblocco in atto? Le sanzioni contro la Russia, principale fornitore estero di gas del nostro Paese, e i sequestri fin qui eseguiti ai danni di imprenditori russi attivi in Italia contribuiscono anch'essi a creare un quadro generale estremamente allarmante. Chi degli italiani sarà disposto a sacrificare quel poco benessere che ancora resta per un altro Paese?