(ASI) Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, boccia la candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Repubblica a due giorni dal voto per il Quirinale: «Non può essere simbolo dell’unità nazionale chi con l’ultimo Dpcm ha spaccato in due il Paese, varando norme che per il loro potenziale discriminatorio hanno preoccupato addirittura Amnesty International
che richiama il governo italiano a chiudere la stagione delle evidenti discriminazioni. Draghi non può salire al Quirinale dopo aver tolto a decine di milioni di italiani,
non solo non vaccinati ma anche con due dosi di vaccino e green pass scaduto, persino il diritto di rinnovare il passaporto.
Roba che accade a Cuba, che accadeva presso un segmento della popolazione nel Sud Africa antecedente alla liberazione di Nelson Mandela.
Sono norme da apartheid e chi le vara non rappresenta e non può più rappresentare l’unità nazionale».
Anche il circolo di Padova del PdF ribadisce con forza la propria bocciatura alla candidatura di Mario Draghi al Quirinale, giudicando negativamente le ultime disposizioni varate ieri e in vigore dal primo di febbraio che,
aggiungendo restrizioni su restrizioni ai non vaccinati, rendono ingiustizia a milioni di cittadini e lavoratori. Non basta la giustificazione che queste misure sono intese a proteggere la salute dei cittadini, perché,
ad esempio anche in tempo di lockdown librerie e ferramenta erano aperte a tutti, mentre ora non lo sono e l’intento evidente di questa strategia è indurre (o obbligare) a ricevere le tre dosi.
A meno di ulteriori modifiche persino il ritiro della pensione in ufficio postale potrà avvenire solo con un tampone negativo recente. Draghi per questo non può rappresentare l’unità nazionale.