(ASI) Roma - “Per i tanti che persistono nel sollevare dubbi sulla sostenibilità del Superbonus al 110%, c’è un interessante studio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che di quei dubbi ne fuga più di uno.
Analizzando i trend dei primi 9 mesi dell’anno, l’analisi stima che a fine 2021 gli impegni di spesa per interventi col Superbonus al 110% arriveranno a 9,3 miliardi, con un contributo a livello di produzione aggiuntiva per 19,3 miliardi, considerando indotto, servizi e operato di professionisti e autonomi. Il dato che più risalta è quello relativo all’occupazione: per fine anno la quota prevista è di 153 mila unità, tra posti di lavoro diretti e indiretti. Tutti questi numeri, stando allo studio del Cni, andrebbero a contribuire alla formazione del pil per 12,3 miliardi. Insomma, numeri che lasciano pochi dubbi sulla necessità di un prolungamento della misura,magari ben oltre quel 31 dicembre 2023 che il governo si è impegnato a fissare nella legge di bilancio. Cni riporta anche stime di lungo periodo: se il Superbonus è destinato per il 2021 a generare disavanzo per 6 miliardi, tuttavia il valore aggiunto sarà di almeno 8,5 miliardi. Dunque le minori entrate saranno ampiamente compensate dagli effetti benefici sull’economia su tutti i fronti, senza dimenticare le ricadute in termini di transizione ecologica. Ribadiamo il concetto: il Superbonus è un meccanismo che fa lavorare le aziende, genera Pil e posti di lavoro. Il governo su questo fronte deve osare di più”. Così in una nota i senatori M5s in commissione Industria, Commercio e Turismo Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Gianluca Castaldi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro.