(ASI) Roma - “Qualche giorno addietro ci eravamo intrattenuti sull'evidente contraddizione in termini relativa all’esonero contributivo alternativo alla CIG. Orbene, non potevano che mancare una molteplicità di ulteriori diverse interpretazioni da parte di tante sedi periferiche, interpretazioni che non ci risultano supportate da altrettante imperative disposizioni della direzione centrale dell’Ente di Previdenza.
Da talune sedi viene richiesta una fantomatica autocertificazione su dati già in possesso dell’Ente (cosa autocertifica un datore di lavoro quando il dato oggetto dell’autocertificazione è già in possesso dell’Ente?). Da talaltre sedi ci viene comunicata l’attribuzione del codice di autorizzazione, salvo poi revocarla in sede di controlli successivi.
Ci sia consentita una riflessione che in questo momento particolare di sicuro facciamo fatica a trasferire! In mancanza di disposizioni nel senso di cui sopra ed in presenza di chiari quanto inequivocabili provvedimenti di prassi, pensare ad una così evidente e disseminata disgregazione di comportamenti, ancor di più ci induce a pensare che la centralità più volte decantata dall’Ente di Previdenza è davvero una evidente utopia! Cosa devono fare le imprese? In che maniera possono sentirsi tranquille così come dovrebbero in una situazione quale quella descritta?? Possono solo sperare che chi ha titolo per disporre ed in tal senso gli organi supremi dell’Ente di certo ne hanno, possano metter fine alla disseminata ed assolutamente ingiustificata rincorsa allo scarico di responsabilità (che giammai avrebbero visto la norma che li supporta) attraverso disposizioni chiare, imperative ma nello stesso tempo mai slegate dal dettato normativo al quale hanno obbligo di riferirsi.
Ormai i nostri associati vivono la stagione delle più ondivaghe considerazioni e situazioni. Un silenzio assordante che non è quello che ci appartiene che ci offende e, soprattutto, ci confonde. Abbiamo parlato di seconda puntata; ci auguriamo ed auspichiamo non ce ne siano altre ma che, nelle more, il nastro si riavvolga considerando le iniquità che da qualche giorno siamo costretti, nostro malgrado, laconicamente ad osservare. Il grido d’aiuto delle imprese e del mondo delle imprese, davvero risulta insufficiente. L’augurio e l’auspicio è che il messaggio arrivi forte e chiaro ai vertici dell’Ente che, e diciamo purtroppo, risultano essere particolarmente assenti ancorché sappiamo essere da sempre molto attenti ed esperti lettori anche di un diritto più volte distorto ma da sempre palesemente e coerentemente trasferito nelle disposizioni di prassi amministrativa” - Così il Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi), Giuslavorista e Consulente del Lavoro, Nino Carmine Cafasso.