(ASI) Roma - "Trovo apprezzabile l'impegno del governo a rispettare l'impegno di inserire nel decreto Sostegni bis una norma dedicata a sostenere l'accrescimento delle competenze dei lavoratori e rivolti all'attivazione di specifici partenariati pubblico-privati, denominati 'Industry Academy' o 'Scuole di mestiere', in linea con la norma del decreto Ristori, alla quale avevo lavorato prima che cadesse il governo Conte II e lasciata agli atti del ministero del Lavoro.
(ASI) Roma - "Trovo apprezzabile l'impegno del governo a rispettare l'impegno di inserire nel decreto Sostegni bis una norma dedicata a sostenere l'accrescimento delle competenze dei lavoratori e rivolti all'attivazione di specifici partenariati pubblico-privati, denominati 'Industry Academy' o 'Scuole di mestiere', in linea con la norma del decreto Ristori, alla quale avevo lavorato prima che cadesse il governo Conte II e lasciata agli atti del ministero del Lavoro, e con l'ordine del giorno da me presentato e approvato al Senato, dopo lo stop in sede di conversione, ad un emendamento di analogo contenuto, che avevo presentato al primo decreto Sostegni". Lo afferma in una nota la senatrice del MoVimento 5 Stelle Nunzia Catalfo, componente della commissione Lavoro di palazzo Madama. "Investire in questo ambito rientra tra le priorità del Piano strategico nazionale per le nuove competenze - ricorda -, che ho fortemente voluto da ministro del Lavoro. Grazie allo strumento dei partenariati pubblico-privati e la creazione di una rete tra istituzioni, imprese e operatori delle filiere dell’istruzione, della formazione e del lavoro, infatti, è possibile partire dai fabbisogni di competenze delle imprese e creare percorsi formativi coerenti con le esigenze dei settori produttivi". "In questo modo - aggiunge - si possono accrescere le competenze delle persone e agevolarne l'inserimento nel mondo del lavoro. Contemporaneamente diamo una risposta efficace alle richieste delle aziende e colmiamo lo "skill-gap”, ovvero il divario di competenze necessarie a soddisfare l’effettivo fabbisogno occupazionale delle imprese". "Grazie a questo strumento lavoratori in transizione, giovani e disoccupati possono avere l’opportunità di aumentare le proprie abilità e di orientarsi verso percorsi di formazione professionale e tecnica spendibili nel mercato del lavoro", conclude.