(ASI) Napolitano sembra essere sempre più orientato verso Monti. Quindi verso chi rappresenta la continuità del potere finanziario. In pratica si parla di quegli stessi economisti prestati alla politica i quali, tutte le volte che sono stati chiamati a governare, hanno finito per procurare o alimentare il dissesto socio-economico dell'Italia. Come è sotto gli occhi di tutti.
Invece Landini, rappresenta, sia pure in parte, i ceti lavorativi e produttivi italiani. Quindi non chi vive parassitariamente di speculazione finanziaria o di altre attività poco cristalline.
Monti abolirebbe subito l'articolo 18 (libertà di licenziamento dei dipendenti = 'licenza di uccidere' i lavoratori), innalzerebbe l'età pensionabile, continuerebbe a far finanziare le missioni di guerra all'estero.
Infine, attuerebbe la dismissione e/o la svendita del patrimonio della comunità nazionale a favore delle solite cricche del potere economico-finanziario, per lo più straniero o apolide. Allora qual è l'elemento di novità rispetto ai governi precedenti? La risposta è: nessuno.
Di segno totalmente contrario sarebbe l'impostazione politico-economica di un futuro governo Landini (o comunque a guida di un altro sindacalista autentico). Una persona che ha dimostrato di difendere, senza se o senza ma, non solo i sacrosanti diritti dei lavoratori, ma anche i benefici dello Stato sociale. Inoltre farebbe risparmiare ai contribuenti italiani molti milioni di euro per le inutili spese derivanti in particolar modo dalle missioni militari all'estero, prima fra tutte quella in Afghanistan.
Altro che un politico economista: per salvare l'Italia occorre un sindacalista... fondamentalmente onesto!