(ASI) Ricordare gli eventi del passato è importante, in quanto spesso la storia si ripete. Era il 12 settembre 2005, quando il “Corriere della Sera” pubblicava un articolo dal titolo: ‘Aviaria, rischio 150 mila morti in Italia’ (di cui alleghiamo il link*).
Veniva quindi dichiarato che il virus responsabile dell'influenza aviaria, in caso di esplosione di una pandemia, avrebbe causato fino a sedici milioni di contagi, due milioni di ricoveri e 150 mila morti solo in Italia. La stima giungeva dagli esperti riuniti a Malta per la seconda Conferenza europea sull’influenza, in capo a questi l’OMS e tra i partecipanti Ovidio Brignoli, vicepresidente della Societá italiana di medicina generale (Simg). Veniva ufficialmente dichiarato che la prossima pandemia influenzale era solo una questione di tempo, e che tale emergenza che avrebbe avuto ripercussioni sull'economia ed avrebbe potuto mandare in tilt i trasporti e gli stessi servizi sanitari. Il Governo di allora era Berlusconi (ter) ed il Ministro della Sanità era Francesco Storace, il quale su Repubblica (articolo di cui alleghiamo il link*) dichiarava: 'Siamo primi per numero di vaccini acquistati’ e contro questo rischio, ha proseguito il ministro 'l'Italia ha puntato più sul vaccino che sui farmaci antivirali, perché è importante agire sulla prevenzione.
E da questo punto di vista possiamo vantare un record mondiale: siamo il Paese che si è mosso con straordinaria tempestività’. Il 10 agosto, il ministero sottoscriveva tre contratti di prelazione con aziende farmaceutiche per la sperimentazione e l'immissione sul mercato di questi vaccini, per circa 35 milioni di dosi. Sempre dal Ministro Storace si apprenderà da una sua dichiarazione del Sole24Ore che il Governo aveva speso la bellezza di 100milioni di Euro. Oltre al vaccino ci fu il costoso farmaco antivirale Tamiflu, che secondo gli addetti ai lavori avrebbe salvato dall’aviaria ed impedito il passaggio dell'influenza dai polli all'uomo su scala mondiale. Il farmaco non servi a nulla se non a gonfiare i bilanci della Roche Spa multinazionale svizzera che grazie alle ondate di panico collettivo ha venduto nel mondo, solo nel 2009, confezioni per 2,64 miliardi di euro. La psicosi generata fu collettiva, ed investi anche gli altri Paesi.
In America nel novembre 2005 il presidente George W. Bush chiese al congresso 7,1 miliardi di dollari per prepararsi a una pandemia. Si scoprirà più tardi, che uno degli articoli su cui si basavano le evidenze scientifiche per lanciare il Tamiflu, era uno studio fatto su un solo paziente. La cosa più grave che il brevetto del farmaco era per il periodo che decorre dal 1997 al 2001 della società Gilead. Società il cui presidente era il segretario di Stato americano dell'amministrazione Bush dal 2001 al 2006. Oltre alla spesa dei vaccini, l’Italia con il ministro Storace autorizzò l'acquisto sei milioni di confezioni di antivirali. La Roche Spa quadruplicò le vendite nel mondo. Sull'onda della speculazione emotiva, tutti i Governo hanno accumulato milioni di confezioni, buttato valanghe di denaro pubblico e, dopo cinque stagioni, buttato anche le confezioni scadute, tra queste il nostro Paese. Vediamo se la storia si ripete anche con il vaccino Covid-19. Lo dichiara in una nota ad Agenzia Stampa Italia il Coordinatore Nazionale del Movimento Italia nel Cuore (MIC), Mauro Tiboni.
Note
*Corriere della Sera Aviaria, «rischio 150mila morti in Italia»: https://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2005/09_Settembre/12/Influenza.html
**Repubblica Virus polli, allarme anche per l’Italia: https://www.repubblica.it/2005/g/sezioni/scienza_e_tecnologia/influavia/vaccipolli/vaccipolli.html
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