Tiboni (MIC): “il fine dei lockdown le vaccinazioni ferme a 5,6 milioni, solo il 9,4% degli italiani”

tiboniisolamento(ASI) "Siamo sempre più convinti che il fine dei lockdown sono le vaccinazioni ferme a 5,6 milioni, solo il 9,4% degli italiani”. Analizzando infatti il sito GEDIVISUAL (di cui riportiamo il link*) rileviamo che le vaccinazioni alla data odierna sono pari  a 5.688.858, ossia il 9,44% della popolazione. In un recente articolo del 15 febbraio scorso avevamo riportato il dato percentuale dei vaccinati pari al 2,83%. 

Rileviamo quindi che ad oltre un mese di distanza l’aumento dei vaccinati è stato solamente del 6,56%. Un dato che smentisce le velleitarie dichiarazioni spesso apparse sui media, in cui si annunciava di voler completare il ciclo di vaccinazione degli italiani entro l’estate. Lo scarso numero dei vaccinati non fa altro che evidenziare che questi continui lockdown hanno il solo scopo di ottenere il maggior numero di vaccinati attraverso la limitazione della libertà. Su questo aspetto la maggior parte degli italiani ne sono ormai ben consapevoli. La maggiore preoccupazione alla vaccinazione è sorta nelle ultime settimane, per via dei decessi che vengono registrati quotidianamente sui quali la parola d’ordine è “nessuna correlazione”. Proprio nella giornata di oggi abbiamo appreso della  Professoressa di 31 anni di Ischia, morta per Trombo embolia. Si era fatta il vaccino qualche giorno fa e da quanto affermato dai familiari “stava benissimo”. Nel segno della vaccinazione il Governo continua a perseverare con queste misure draconiane che non fanno altro che devastare l’economia italiana. Come tutti sappiamo lo stato di emergenza non solo è stato prorogato fio al 30 aprile prossimo, ma si ipotizza un ulteriore proroga sino al 30 di luglio. Sono dodici mesi che gli Italiani si trovano agli “arresti domiciliari” spossessati di tutti loro diritti costituzionali, in capo a tutti il diritto al lavoro. Contrariamente a ciò che dichiarano tv e giornali, a cui molti credono, lo “stato di emergenza” non trova spazio nel dettato costituzionale. La Costituzione italiana prevede la deliberazione dello “stato di guerra” (che è un aspetto ben diverso) con il quale il Parlamento conferisce al Governo i poteri necessari ad affrontare possibili conflitti bellici. Secondo la legge 225/1992, lo stato di emergenza è proclamato solo al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia (calamità naturali come terremoti e alluvioni e disastri ambientali). Nessun riferimento pertanto ad emergenze sanitarie. Va però tenuto conto che con l’articolo 77 della carta i padri costituenti hanno previsto la possibilità in capo al governo di adottare provvedimenti provvisori con forza di legge in “casi straordinari di necessità e urgenza”. È proprio su questo aspetto che è stato creato l’impianto di questa “pandemia", in ordine alla quale il Parlamento ha completamente chinato il capo. Anche qui si è rappresentata una falsa applicazione della norma, in quanto i dati dei decessi per Covid-19 non sono assolutamente simili a quelli di una pandemia. Su questo aspetto nessun politico si è mai espresso. Il mondo è in subbuglio, la gente ha capito ed i popoli si stanno democraticamente ribellando. Non possiamo pensare di vivere con la paura di morire a causa di un virus, chi lo pensa è già morto." Lo dichiara il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC).

 

* Collegamento GEDIVISUAL: https://lab.gedidigital.it/gedi-visual/2021/report-vaccini-anti-covid-aggiornamento-vaccinazioni-italia/

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