(ASI) Ho già avuto modo di scriverlo in un altro articolo (vedi: “Draghi,Letta,Conte tre piloti per tre macchine moderatamente sgangherate”) che Enrico Letta abbia dato l’impressione, entrando al Nazarenocome segretario del Pd, di avere l’atteggiamento, goffo e maldestro, del difensore sprovveduto che fa autogol, piuttosto che mostrareil piglio deciso dell’attaccante scaltro, abile e astuto che fa gol.
“Serve un nuovo Pd. Ripartiamo da ius soli e voto ai 16enni”, ha detto. La metafora calcistica mi sembra appropriata perché due questioni così controverse e contestate, per il debutto, era difficile poterle trovare. E dobbiamo per forza dare ragione a Matteo Salvini, quando, il segretario della Lega, commentando le uscite di Letta, dice che è partito con il piede sbagliato e significa che vuol far cadere il governo. È vero che Letta è stato sette anni a Parigi a insegnare, ma suppongo che qualche volta abbia dato uno sguardo ai giornali italiani, avrà fatto qualche telefonata per seguire la drammatica situazione del nostro Paese. Che non è provocato solo dal Covid-19, ma anche, come il virus e forse anche peggio, dalle mezzecalzette annidate nei partiti.
E da tutti quelli che guidano, immeritatamente e inspiegabilmente, molte delle istituzioni. Ora Letta come fa a non capire che lo ius soli (“diritto del suolo”) che poi vuol dire acquisire la cittadinanza italiana con la nascita a prescindere dalla cittadinanza dei genitori, sia un tema indigesto. La questione non è se sia giusto o meno, non lo so, probabilmente sarà come pensa Letta, una misura di “civiltà”, anche se mi sembra una forzatura eccessiva considerare “incivile” un Paese sol perché non concede la cittadinanza a chi nasce sul territorio. Ma il quesito che in questo momento deve porsi un politico responsabile e lungimirante, è un altro:l’Italia, se e quando uscirà da questa disastrosa pandemia, appesantita da altre centinaia di miliardi di debiti, sarà in grado, si potrà permettere il lusso di dare assistenza ad altre persone, oltre a quei milioni che già ci sono e che continuano ad arrivare senza sosta? È questo il problema, difficile e complesso.
Perché tutti quei miliardi di euro che dovrebbero arrivare dall’Europa, nella stragrande maggioranza dei casi -non so se si è ben capito -saranno debiti. E quando si esulta per gli “scostamenti di bilancio” significa fare ancora altri debiti. E quando si pensa ai ristori o ai sostegni, come si chiamano adesso, sono sempre debiti lo stesso. Enrico Letta ha notizia di questa drammatica situazione del bilancio dello Stato? Sembra di no.E poi c’è anche il fatto che lamaggioranza degli italiani pensa che già siano tanti, troppi gli stranieri che vivono in Italia, con o senza cittadinanza italiana. Perché i profughi, quelli veri, quelli cui si deve dare, giustamente, ospitalità e assistenza, sono una minoranza, una sparuta minoranza. La stragrande maggioranza degli extracomunitari viene nel nostro Paese perché qui, diciamolo con onestà e franchezza, si trova mille volte meglio che nel proprio Paese. Vivelavorando poco o niente,e molto di espedienti, e spesso facendo da manovalanza alla criminalità. Quando non diventa, addirittura,“merce” su cui speculano, e guadagnano,squallidi individui senza scrupoli.
Ci vorrebbe un freno all’arrivo degli stranieri, non incoraggiare l’immigrazione. Ma Letta, oltre a non aver fatto nessuna di queste considerazioni, può essere che non sappia che su questo,Matteo Salvini ha costruito i suoi consensi? Nessuno glielo ha detto? Comunque sarebbe una legge fortemente contestata non solo dalla Lega ma da tutto il centrodestra. Insomma un’uscita infelice e inopportuna con il rischio di spaccare l’Italia in due anche su questo. Come credo sia motivo di divisione anche l’idea di far votare i 16enni. Per il voto ci vorrebbe una certa maturità, non è come votare le canzonetteal festival di Sanremo. Il fatto che i giovani di oggi abbiano una straordinaria dimestichezzae abilità con le diavolerie tecnologiche non è segno di unacrescita precoce. Viene la tentazione di dire che,semmai, è il contrario. Destinare molto del tempo in atteggiamenti e comportamenti discutibili, banali per non dire infantili, dimostrail contrario. Ma, poi, quale sarebbero i vantaggi? Per loro e per il Paese. Certamente non per il Pd, perché i giovanissimi difficilmente voterebbero il Pd seppure guidato da Letta. Possibile che il neo segretario non abbia trovato altre, più importanti questioni - Dio solo sa quante ce ne sono - da mettere ai primi posti in agenda, come priorità, più urgenti dello ius soli e del voto ai 16enni?
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
*Foto del segretario del PD Letta di repertorio.