(ASI) "Il quadro dell’Unione Europea è sempre più chiaro:autorizza il business delle case farmaceutiche, gestisce l’Euro dei Paesi aderenti e detta loro le regole economiche, imponendone i vincoli ai singoli bilanci.
In tema di farmaci ci siamo chiesti come funziona la procedura di immissione di un farmaco sul mercato, la risposta è semplice: le aziende farmaceutiche presentano un’unica domanda di autorizzazione all’EMA. Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) o il comitato per i medicinali veterinari (CVMP) dell’Agenzia effettua una valutazione scientifica sulla domanda e fornisce alla Commissione europea un parere relativo al rilascio o non rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Sarà poi la Commissione europea a rilasciare l’autorizzazione centralizzata all’immissione in commercio è valida in tutti gli Stati membri dell’UE. Si scopre così che tutto il business delle case farmaceutiche di ogni singolo stato aderente passa per le mani della Commissione europea. In tema di economia ci siamo chiesti, perchè economie diverse devono avere monete diverse, la risposta è semplice: in economia vige il principio che "il debole diventa sempre più debole ed il forte diventa sempre più forte".
Questo è ciò che si è sempre verificato nel corso di questa finta Unione Europea. Non possiamo dimenticare che nei rapporti fra diverse economie, la moneta ha sempre assunto il ruolo di “ammortizzatore”. L'economia che si trova in una situazione di difficoltà vedrà la sua moneta svalutarsi. Ovvero il prezzo di quella moneta si riallineerà al giusto prezzo di mercato, così consentendo un recupero di competitività. Ma con una moneta unica come l’euro, il principio della svalutazione non è applicabile, e l'unica alternativa per recuperare la competitività rimane quella del taglio dei salari e dell'aumento di produttività attraverso i licenziamenti. Fu la stessa Commissione dell'Unione europea con un report del gennaio 2014, che confermò tutto questo, rivelando che: «Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i Paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla “svalutazione interna” (ovvero contenimento di prezzi e dei salari). Questa politica ha sempre presentato limiti e risvolti negativi, non da ultimo l'aumento della disoccupazione e del disagio sociale. Tutti coloro che sostengo questo postribolo chiamato Europea se ne sono ben consapevoli.
Ricordiamo che Theo Waigel, ex ministro delle Finanze tedesco, il 10 luglio 2016 disse: “con un'uscita dell’Italia dall'euro ed un taglio netto del debito la sua crisi interna finirebbe di colpo”. Quanto riportato, sono una delle tante ed innegabili motivazioni (finite oggi in soffitta) per le quali si rende necessaria l’uscita dall’Europa. Furono pubblicate da Libero nel 2016, a firma del Filosofo Paolo Becchi e dell’Imprenditore Fabio Dragoni. L’Unione Europea di oggi, se cosi la vogliamo chiamare, non ha fatto altro che completare e consolidare il criminoso disegno di questa finanza predatoria, che con grande efficacia come un buon direttore d’orchestra ne ha diretto le azioni di Governo. Il Covid-19 ha definitivamente conclamato il fallimento di tutta la classe politica Italiana. Rendere povero il popolo Italiano, demolirne i pilastri fondanti quali “famiglia, proprietà e religione” attraverso la privazione della libertà e dei diritti costituzionali è l’obiettivo di questi “signori”. Ricordare a tutti gli Italiani che questo percorso di demolizione della nostra Sovranità Nazionale ha radici profonde e lontane è determinante per comprende l’unica via da percorrere: “Uscire dall’Europa, battere moneta e risarcire per danni di Stato tutti gli Italiani”. Lo dichiara ad Agenzia Stampa Italia il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC).
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