(ASI) Quando nel dicembre del 2010 i giornali parlano di un patto ANM-FINI effettivamente colgono nel segno. Infatti nel momento in cui tutto il centro destra sembra coalizzato contro la magistratura troviamo un’inaspettata sponda in Gianfranco Fini allora Presidente della Camera dei Deputati.
Dott. Palamara Lei sostiene che nel 2013 ci fu un forte scontro tra Silvio Berlusconi e la Magistratura che si compattò realizzando un vero e proprio “Sistema”. Non crede che ciò avvenne prima, appunto il 14 dicembre 2010, quando Fini con il consenso e l’avvallo dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano decisero che era giunto il momento che il “Sistema” dovesse esercitare il proprio potere giudiziario nei confronti di Berlusconi in virtù anche del fallito intento di far cadere il Governo?
Io posso raccontare solo fatti e vicende da me direttamente vissute che sono quelle che poi ho trasfuso nel libro il sistema. In questa sede posso ribadire che durante la mia presidenza l’ANM di fatto svolse un ruolo di opposizione politica. Tale ruolo era rafforzato anche dal fatto che il precedente governo di centro sinistra era caduto a seguito di un’indagine giudiziaria all’esito della quale non dimentichiamo che fu l’intero parlamento ad applaudire il discorso fatto dall’allora ministro Mastella contro l’iniziativa giudiziaria della
Procura di Santa Maria Capua Vetere.
E’ assodato che tra Gianfranco Fini (allora presidente della Camera) e parte della Magistratura vi fu un vero e proprio “Patto” nel quale come obiettivo primario era la caduta del Governo Berlusconi (2010).
Si disse che Lei consegnò direttamente nelle mani di Giulia Bongiorno (allora presidente della Commissione Giustizia) quattro emendamenti. Cosa trattavano quegli emendamenti e cosa gli fu promesso o garantito a Fini, qualora il Governo Berlusconi fosse caduto?
Quando nel dicembre del 2010 i giornali parlano di un patto ANM-FINI effettivamente colgono nel segno. Infatti nel momento in cui tutto il centro destra sembra coalizzato contro la magistratura troviamo un’inaspettata sponda in Gianfranco FINI allora Presidente della Camera dei deputati. E’ vero che negli incontri ci rassicura che fin quando ci sarà lui nel ruolo di presidente della Camera non verrà fatta alcuna legge contro i magistrati. C’è un feeling diretto ed immediato che si consolida soprattutto nei momenti in cui si discutono leggi che interessano il mondo giustizia e rispetto alle quali non lesiniamo di fornire pareri e fornire emendamenti. La percezione del gioco di sponda di FINI con l’ANM ci è chiara e di questo siamo perfettamente consapevoli che la sponda con l’ANM servirà a rafforzare la sua posizione nel contesto politico del momento.
Nel “tritacarne giustizialista” a partire dal 14/12/2010 oltre a Berlusconi fu inserito anche un neo-eletto nell’Italia dei Valori, Domenico Scilipoti che ebbe il coraggio di non votare la sfiducia al Governo Berlusconi, e permise attraverso il suo voto di non farlo cadere. Da allora la figura di Scilipoti, fu distrutta mediaticamente, socialmente e moralmente. Addirittura gli fu affidata per un anno la scorta e subì minacce di morte.
Ancora oggi il suo cognome viene utilizzato per citare i “voltagabbana di turno”.
Dato che anche la Magistratura, nelle sue vicissitudini, ha svolto il proprio compito, Le chiedo, ove sappia, se il cosiddetto “Sistema” giudiziario è stato organizzato anche nei confronti di Scilipoti.
Io non sono a conoscenza di fatti e vicende che direttamente hanno riguardato l’onorevole Scilipoti. Ho seguito tali vicende dall’esterno. Non posso e non voglio entrare nel merito di una vicenda che conosco solo dall’esterno. Posso però dire che indubbiamente ci sono tratti di analogia con il racconto da me sviluppato.
L’informazione ha sempre avuto un ruolo fondamentale. E’ vero che tra i magistrati girava la battuta: “La vera separazione delle carriere non doveva essere quella tra i Giudici e Pm (tanto ambita da Berlusconi), ma tra magistrati e giornalisti.
Lei sostiene che le tre armi fondamentali per creare un “Sistema” sono una Procura, un Giornale e un Partito. Quindi l’Informazione è più potente della Politica e della Giustizia?
Lo confermo e lo ribadisco anzi posso dire che spesso quando si parla del tema della fuga di notizie non viene raccontato il reale meccanismo attraverso il quale ottime notizie riservate vengono riportate all’esterno. Ritengo che questo sia un tema che deve essere assolutamente approfondito e sviluppato proprio per far sì che il processo penale torni ad essere il luogo nel quale il reale accadimento dei fatti venga ricostruito nel rispetto delle regole processuali.
Dopo aver letto il suo libro mi verrebbe da riscrivere i 3 gradi di Giudizio in questo modo.
primo grado: pagano sempre gli stessi?
secondo grado: pagano per convenienza…..
terzo grado: non pagano mai!
Dott. Palamara bisogna ancora credere nella Giustizia?
Sono fermamente convinto che bisogna credere nella giustizia perché il racconto da me sviluppato non riguarda tutti i magistrati quelli che ogni giorno mandano avanti la macchina della giustizia, ma riguarda solo i meccanismi del potere attraverso i quali il sistema correntizio di fatto pervade ogni aspetto della vita interna della magistratura. Per quei magistrati e per i cittadini bisogna assolutamente battersi per affermare i valori e principi di una giustizia giusta.
Aurelio Coppeto
* ASI ringrazia AgenPress per la concessione della pubblicazione dell'intervista il cui collegamente è il seguente