(ASI) “Al di là delle formule, della concreta composizione e struttura del Governo, del concreto dosaggio tra politici e tecnici, su cui la responsabilità della proposta in un Governo che procede dal Presidente della Repubblica è del Presidente incaricato (sono quindi i partiti a dover rispondere a lui e non viceversa, non ci sono vincoli a priori che possano essere posti), il punto politico fondamentale è che non si può essere incinti a metà.
Ogni partito è chiamato a dire se si ritrova a sostegno del Governo oppure no.
Il Pd ha convintamente plaudito con forza all’incarico deciso dal Presidente Mattarella e non può che muoversi linearmente e coerentemente su questa linea, qualsiasi cosa facciano altri. Non è un Governo di coalizione che nasce da intese tra partiti: chi ragiona così ha travisato sin dall’inizio le chiarissime parole del Presidente Mattarella. Peraltro che alcune forze politiche, spinte dalla forza del tentativo, siano costrette dai loro elettori ad abbandonare posizioni anti-europee, cosa da verificare concretamente, fa solo bene alla democrazia italiana.
Sarebbe ben strano che chi è stato da prima su quelle posizioni se ne dovesse dolere, ferma restando la differenza comunque ineliminabile tra i partiti.
Quando alla fine gli elettori valuteranno un Governo Draghi che sarebbe ridicolo pensare con scadenza, come se avesse un qualche senso reclutare Draghi sulla base di un appello drammatico del Presidente Mattarella per un governo balneare, farà senz’altro bene, non lo faranno sulle posizioni precedenti alla sua nascita, ma su quanto ogni forza politica lo avrà effettivamente appoggiato nel percorso.” Così lo scrive sul suo blog il deputato Pd Stefano Ceccanti, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali.