(ASI) "Qualcuno dismetta l’abito ideologico. Mi riferisco ai licenziamenti: siamo l’unico paese al mondo che ha regole così rigide"a favore dei lavoratori. Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ospite di Uno Mattina, riferendosi alle misure contenute nella lettera all’Ue
Sacconi ha replicato al giudizio negativo della Cgil della Cisl agli impegni del governo a Bruxelles. "Questo no sindacale lo abbiamo sentito più volte di fronte ai cambiamenti che poi alla fine, come fu per la legge Biagi, sono stati accolti, accettati e utilizzati. Io confido che questo possa accadere ancora, che le riforme pur faticosamente si facciano e alla fine, una volta che qualcuno si è preso la responsabilità di farle, vengano unanimemente accettate".
"Io mi auguro che quando entreremo nel merito, e il dialogo con le parti sociali sarà un passaggio decisivo e importante, ci potrà essere un atteggiamento responsabile, magari di controproposta, in modo che il percorso sia costruttivo, perché con i ‘no’ in questo tempo non facciamo sviluppo, non facciamo occupazione".
Rispetto, in particolare, al tema dei "licenziamenti facili, questo in realtà va letto come maggiore capacità delle nostre imprese di avere la propensione ad assumere. Lo scopo è fare più occupazione, non meno occupazione", ha osservato Sacconi rilevando la necessità, su sollecitazione dell’Ue, di "creare un mercato del lavoro più dinamico, in cui le imprese si sentano maggiormente incoraggiate ad assumere anche se le prospettive sono incerte. E le prospettive incerte sono la caratteristica del nostro tempo e, temo, destinate a durare".
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