Prevenzione, sanità territoriale e potenziamento degli organici contro la pandemia, per un ritorno alla piena funzionalità dei Covid hospital a fine emergenza
(ASI) Umbria - In molti tra cittadini, lavoratori e giovani, rispondendo all’appello del Coordinamento per la Sanità Pubblica, hanno partecipato al presidio davanti alla palazzina Micheli dell'ospedale di Spoleto.
E’ il segnale che la lotta per la sanità pubblica contro le politiche di svendita al privato non è doma, ma anzi riprende forza e si prepara a una lotta ancora più dura, sotto la spinta delle contraddizioni esplose nella seconda ondata della pandemia.
Lo smantellamento dell’ospedale di Spoleto è l’ultimo atto di una politica scellerata che colpisce i ceti popolari. Spacciato come strumento di lotta al covid, in realtà come è stato denunciato da alcuni interventi, esso occupa solo metà dei posti covid programmati, mentre per l’altra metà è una RSA covid, una scelta unica in tutta Italia che serve a garantire i parametri che garantiscono la zona gialla e quindi le attività produttive e la riproduzione del profitto, a danno come è stato sottolineato da vari interventi, dei pazienti affetti da altre malattie.
E’ stata anche denunciata la condizione dei lavoratori della sanità, eroi solo nei titoli di propaganda, in realtà maltrattati sui posti di lavoro con orari impossibili e salari inaccettabili, e la beffa di esser tacciati di essere "lavoratori statali garantiti". Condizione generale del personale medico e infermieristico che si è aggravata perché le assunzioni, tra l’altro insufficienti, sbandierate sui media, in realtà sono assunzioni precarie.
Gli interventi hanno messo in luce come decisioni che colpiscono duramente territori facilmente aggredibili come quelli del cratere del terremoto del 2016, in realtà sono figli delle politiche sanitarie criminali degli ultimi 30 anni, di tutti i governi, di tutti i colori del parlamento, di centro destra e di centro sinistra, che hanno messo in ginocchio la sanità pubblica con tagli ripetuti e devastanti, che hanno messo in pericolo il diritto alla salute e oggi sono il volano su cui viaggia il covid col suo carico di morti.
Per tutto ciò ci sono responsabili contro i quali dirigere la protesta. In Umbria il primo responsabile della chiusura degli ospedali e della non assunzione del personale necessario a far funzionare le strutture ospedaliere, comprese quelle covid, è la Giunta Regionale di Centro-Destra a guida leghista. Per questo l’impegno è fin da questo momento quello di portare la lotta sotto il palazzo del potere politico regionale.