(ASI) Roma – “Esprimo profondo rammarico per il comportamento della maggioranza che, nonostante a parole ricercasse la collaborazione delle opposizioni, nei fatti ha respinto degli emendamenti di buonsenso da me presentati – frutto di un significativo lavoro della Lega – miranti a sanare un inaccettabile vulnus creatosi col mancato ristoro degli operatori sanitari e socio sanitari, medici, infermieri deceduti o che hanno riportato lesioni o infermità di tipo irreversibile a causa dell'infezione da COVID-19, nel solco di quanto disposto in materia dal nostro disegno di legge n. 1861 presentato da giugno scorso. Tale integrazione appare necessaria e urgente anche in considerazione del fatto che ai predetti operatori che abbiano stipulato polizze private finalizzate all’assicurazione del rischio “infortunio”, allo stato, viene negato l’indennizzo sul presupposto che l'infezione da COVID-19 non rientrerebbe nell’ambito del concetto di “infortunio” ma in quello di "malattia”, distinguendo tra causa violenta e causa virulenta. Avevamo individuato le necessarie coperture, disposto criteri adeguati per non creare ulteriori ingiustizie, ma il governo non ci ha ascoltati, lasciando insoluta una vergognosa pagina della crisi generatasi con la pandemia. La stessa insensibilità, infine, il governo l’ha dimostrata nei confronti dei medici in pensione e di età superiore ai 75 anni, coraggiosamente messisi a disposizione anche a titolo volontario: con un nostro emendamento chiedevamo - seguendo un criterio di semplificazione per dei lavoratori prevalentemente non più in possesso di partita Iva - di esentarli dall’obbligo di comunicazione del proprio domicilio digitale, ma anche in questo caso la nostra proposta non è stata accolta. La Lega però non indietreggia: ripresenteremo il pacchetto di proposte nei prossimi decreti economici perché siamo convinti che la pandemia non la si possa scaricare su degli incolpevoli professionisti che non si devono solo chiamare “eroi” ma che devono essere tutelati concretamente.”