(ASI) "Siamo costretti ancora una volta, a denunciare l’ennesima attesa della stesura definitiva dell’ultimo decreto (cosiddetto Rilancio), nonostante la conferenza stampa, con cui si sono vendute norme che ancora non hanno visto la luce e fatto credere ai cittadini che già sono operative le tante disposizioni annunciate.
Tutti, compresa la corte comunicativa non indifferente a questo Governo, ci stiamo esercitando a commentare – e la maggior parte da tifosi, più che da attenti analisti - norme e provvedimenti fantasma. Gioco che potrà anche essere simpatico, se non fosse che parliamo della vita futura di tanti cittadini (ancora ieri ennesimo suicido di un piccolo imprenditore) e imprese; piccole e grandi.
Sarà, temo, uno dei tanti lasciati negativi di questi periodi che ci fa intuire come non saranno tempi migliori quelli che ci attendono.
Dalla lettura di quest’ultima bozza prosegue Molinari, di cui siamo a conoscenza (quella delle 17.30 prima del CdM) e che contiene diversi errori grammaticali e di sintassi e, cosa più grave, molte norme in bianco o rimesse alla valutazione del Mef e /o delle Ragioneria per quanto riguarda le coperture, siamo costretti a sperare che sia profondamente cambiata.
Nonostante la enorme cifra con cui il Parlamento ha autorizza il governo a “sforare “ ogni limite di Bilancio ( i famosi 55 miliardi a debito che tramite il decreto il governo ha potuto gestire) dalla lettura degli oltre 258 articoli, non traspare alcun progetto di vero rilancio; ma solo la elencazioni di vari “cerotti” – quelli che una volta venivano chiamate volgarmente “marchette” dai 5 stelle prima maniera e che , in realtà non sono altro che risposte parziali e a pioggia alle varie esigenze di un mondo variegato e complesso di interessi a cui si cerca di dare conto; perché non sempre sono favori ad elettorati e/o, quando è peggio, ad amici – con cui si cerca di sanare una situazione economica e sociale che è seria; se non tragica.
Eppure, alcune indicazioni positive vi sono pure, come aver finalmente capito, per esempio, che la sanità futura non potrà essere incentrata sulla Ospedalizzazione del paziente ma su una medicina di prossimità che si avvicini al cittadino e prima ancora che diventi un malato. Ma essendo materia concorrente con la legislazione regionale, temo che non sarà facile la sua realizzazione nonostante, o forse proprio per questo, enormi risorse a disposizione (oltre a quelle stanziate da questo decreto, 3,5 Miliardi di euro, i 35/ 37 Miliardi messi a disposizione dal MES senza condizioni se questo governo vorrà accedervi), perché ci saranno gli appetiti, compresi quelli mafiosi, che la loro gestione già stanno accendendo.
Ma parliamo di “progetti” a venire, per i tempi che necessitano fra appalti, bandi e cc. Ecc.; e naturalmente è comunque l’unica, ahimè, timida bozza di un progetto di Politica ( anche se solo sanitaria) che si intravede in questo decreto.
Per il resto, purtroppo e se dovessi esprimere un giudizio sintetico è tutto tranne che un piano per il rilancio del Paese, perché rappresenta il peggior esempio delle peggiori leggi di bilancio (o finanziarie come si chiamavo una volta) visto la presenza di una miriade di misure e micro misure che appaiono più un contentino generalizzato a tanti che un piano per aiutare a non far precipitare nella depressione il tessuto economico e sociale dell’Italia.
Fra i tanti , per esempio, all'art.35 della bozza, l’aiuto di “buon cuore” concesso alle Banche per continuare a "smaltire" , con la cartolarizzazione, i residui debiti NPL , così come l’oltre miliardo e mezzo messo a dispozione , in attesa che si decidano o meno ad accettare i soldi del MES ( a prescindere da quello che ne pensiamo noi) per finanziare il piano EGF che dovrebbe partire da parte della BEI ( la Banca Europea degli Investimenti) . Infatti, all'art. 39 prevedono la partecipazione dell’Italia e speriamo che almeno, dei 25 Miliardi complessivi di cui si dovrà dotare l'EGF, qualcuno ci spetti.
Così come non manca l’ennesima previsione di un comitato ad hoc (questa volta per aiutarli nella realizzazione di una Politica Industriale). Cosa, questa e senza scadere nel populismo grillino, che fa sorgere spontaneo domandarsi se ha senso avere così tanti fra deputati e senatori se hanno bisogno di tecnici stipendiati dai cittadini, anche per prendere decisioni di “politica Industriale” , che è proprio fra i compiti demandati al rappresentante del popolo eletto. Fatto sta che, all'art. 48, hanno previsto, per tre anni, una spesa di circa 406 milioni per questo comitato. Proprio perché questa enorme massa di denaro ( nella storia delle legge di bilancio e/o finanziarie non solo recenti, mai alcun governo ha potuto gestire 55 miliardi di solo uscite ) va a disperdersi in vari rivoli non sempre coerenti ( infatti non si capisce, altro esempio, perché sulla scuola si investono solo 1,5 miliardi in tre anni mentre per il salvataggio di un asset decotto come Alitalia subito oltre 4 miliardi) su uno dei provvedimenti più attesi, il cd " contributo a fondo perduto " , siamo all’ennesima presa in giro.
Al di là di ogni considerazioni che il lettore potrà farsi leggendolo sui criteri per ottenerlo ( art. 28 bozza) e a proposito dell'impegno al superamento degli errori commessi nei precedenti decreti così tanto annunciato e con tanto di scuse, è facile immaginare come anche questa volta i soldi, sperando che arrivino ( perché la norma non esclude che l’ente erogatore proceda a forme di compensazione con i debiti che si hanno con lo Stato, per quanto attiene al suo ammontare effettivo) non arriveranno subito. Non fosse altro, perché la norma prevede il rinvio ad apposito decreto da parte dell'Agenzia delle Entrate per determinarne modi e tempi di attuazione. E’ vero che l’Agenzia delle Entrate non è l’INPS; ma tant’è.
In sintesi, temiamo che il “gioco” che sta facendo questo governo sia molto pericoloso per la tenuta sociale stessa dell’Italia. Mettere in piedi operazioni che mirano a guadagnare tempo e sperare nel solito miracolo italiano, affinché le “cose” si aggiustino da sole, magari elargendo nel frattempo “soldi una tantum” per mitigare la rabbia sociale è, per l’appunto, giocare con il fuoco.
Non si è compreso conclude l’esponente del partito, questo il vero timore che traspare da questo ennesimo decreto che temo non produrrà gli effetti che tutti ci aspettavamo, che questa crisi è differente da tutte le altre ed anche peggiore di quella del 1919/20 sia perché colpisce l’economia sul lato della domanda che dell’offerta sia perché ha carattere mondiale e, soprattutto, perché sta uccidendo la speranza, che è fondata sulla socialità e la condivisione di un futuro in comune; visto che ci vanno dicendo che non sarà più come prima e che l’unica arma contro questo nemico invisibile - che non è certo che sconfiggeremo neanche con un vaccino - sarà il distanziamento sociale!" Così in una nota l’Avv Sen Francesco Molinari Membro Esecutivo Nazionale Italia dei Valori-