Scuola pubblica e diritto al lavoro, il perché i docenti precari si ribellano alla politica e ai sindacati

azzolina10(ASI) Il Precariato pubblico rappresenta un cantiere sempre aperto, tra nuove cause pregiudiziali in Corte di giustizia e nuove procedure di infrazione aperte dalla Commissione Ue.

La Corte europea si è espressa dichiarando illegittima  la reiterazione dei contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio anche non continuativo prevedendo per gli interessati vertenze per chiedere il riconoscimento dei  propri diritti, a partire dalla stabilizzazione.

Il Ministero ha tradito le aspettative di decine di migliaia di precari della scuola italiana, nonostante le disposizioni europee, tra le quali la Direttiva N.1999/70 CE, stabiliscano dei criteri certi per tutelare e garantire la stabilizzazione del rapporto di lavoro. Si aggiunga inoltre la valutazione  del  Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) il quale, vista l'attuale emergenza sanitaria, ha espresso il proprio parere contrario in merito alla "procedura straordinaria per immissione in ruolo dei docenti precari con 36mesi di servizio presentata dal ministero,  affermando che essendo la finalità di questa procedura straordinaria quella di accertare un livello di preparazione idoneo, acquisito attraverso l’esperienza professionale maturata, tale preparazione risulterebbe difficilmente valutabile con una prova computer based cosi strutturata.

Il CSPI, inoltre, aggiunge altri, e ben più sostanziali, elementi di criticità a quelli su evidenziati, elementi conseguenti alla drammatica situazione che sta attraversando il Paese per effetto dell’epidemia in atto; Lo stato di emergenza dichiarato consente, nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, di individuare appropriati provvedimenti che permettano l’immediata funzionalità di tutte le scuole del Paese a partire dal 1° settembre 2020, assicurando in ogni classe la presenza di personale stabile, motivato e formato professionalmente, e rendendo effettivo a tutti gli studenti il diritto costituzionale all’istruzione. Ciò, secondo il CSPI, non potrà essere garantito dalle procedure concorsuali ex lege 159, pensate per tempi ordinari. E', pertanto, "fortemente auspicabile una riflessione da parte del Ministero in merito alla possibilità di assumere procedure concorsuali le più semplificate possibili, che tengano conto essenzialmente del periodo di servizio già prestato e delle esperienze culturali e professionali possedute dai docenti".

Non si può essere europeisti Part time, non possiamo accettare proclami senza il supporto concreto dei fatti! E’ finita l’epoca della maggioranza silenziosa, chiediamo iniziative di buon senso e di coerenza a supporto della scuola pubblica italiana cosi come fatto per il comparto sanità e agricoltura! Basta con la mercificazione della nostra professione! Qual è la colpa della nostra generazione? Abbiamo un debito pubblico sulle nostre spalle, famiglie da mantenere, reiterazione del precariato negli anni ed ora l’insulto dei quiz a crocette professato come unica panacea di tutti i mali, come sistema autorevole ed efficace a garanzia della qualità dell’insegnate… Chiedete piuttosto a qualsiasi genitore responsabile cosa sceglierebbe per i suoi figli, un docente abilitato con percorso formativo attivo all’università con ulteriore esame finale selettivo al termine dell’anno di prova di ruolo, oppure un automa che vince la lotteria delle 80 crocette in 80 minuti? Senza contare che le assunzioni dei sedicenti vincitore verrebbero assorbite in 3 anni successivi a scorrimento dunque nella migliore delle ipotesi 8000 per ogni anno a fronte delle oltre 200000 cattedre scoperte attuali, cui se ne dovranno sommare una media di ulteriori 25000 derivanti da pensionamenti ordinari e quota cento. Chiediamoci allora se questo sia il sistema migliore per garantire un adeguato funzionamento della scuola pubblica particolarmente oggi, minata da un’ epidemia planetaria, oppure il metodo più idoneo a gettare le basi per una nuova generazione di esodati che nonostante tutto continua a  garantire con il suo impegno il diritto all’istruzione? E il tempo per provare ad assorbire cosi tante nozioni per molti di noi impegnati anche con l’esame di Stato e dei privatisti ben oltre la metà di luglio? Oltre a questo siamo davvero sicuri che si potrà svolgere in sicurezza, una procedura concorsuale che mobilita una mole tra commissari preposti alla vigilanza e candidati di oltre 120000 persone? Chi si assumerebbe la responsabilità di ulteriori eventuali contagi e di chi rinuncia a sottoporsi al concorso test per questo timore?

Ad oggi, dopo anni di battaglie,siamo supportati dai pareri di istituti giuridiche nazionali ed internazionali, dal CSPI del MIUR, da tanti amici colleghi di ruolo, dai sindacati, persino dalle forze politiche di maggioranza e opposizione che per la prima volta sembrano unite nella comunità di intenti dopo quasi 70 anni, non resta che dare seguito alla volontà politica espressa in tanti comunicati, bisogna agire ora con  gli strumenti costituzionalmente riconosciuti a nostra disposizione! Assumere i docenti precari da graduatoria per titoli e servizio è un diritto dovere sancito dalla nostra amata Costituzione dunque risparmiamole un ulteriore colpo di frusta, basta calpestare la dignità dei lavoratori. Tutto il comparto del precariato storico, auspica che sul Decreto Scuola non venga posta la fiducia e non venga così neutralizzato lo sforzo fatto dai partiti per renderlo più efficace. Il tempo sta passando e noi ce ne accorgiamo… Urgono misure urgenti per il comparto scuola!

Questo il sentimento e le aspettative manifestate dal fronte unito dei docenti precari della scuola italiana, diversamente non è escluso dai molti rumors recepiti in redazione uno stop della didattica  a distanza con tutte le ripercussioni immaginabili sulle famiglie e le attività scolastiche di fine anno.

Così dichiarano i portavoci di un nutrito gruppo di docenti precari della Scuola Pubblica che si è creato di recente in Umbria.

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