(ASI) "Chi teme che a causa di qualche presunta, precedente mancata visita l'Italia sia distratta e stia perdendo colpi a vantaggio di nostri concorrenti non tiene conto" di tutte le iniziative diplomatiche e di collaborazione poste in essere ma 'soprattutto non coglie la specificità italiana'.
Avevamo l'obbligo e l'interesse a operare con maggior discrezione, nel rispetto del popolo libico. La nostra discrezione non ha limitato l'efficacia della nostra azione, l'ha semmai rafforzata. Intendiamo continuare a puntare soprattutto sul nostro soft power e la nostra amicizia con il popolo libico". Lo dichiara in una nota della Farnesina, il Ministro Franco Frattini che ha aggiunto: "Credo si possa dire che in Libia dove, in virtù della nostra storia passata e recente, eravamo particolarmente esposti alle incertezze di un cambiamento di regime, siamo riusciti a restare in prima linea diplomaticamente e militarmente nella coalizione internazionale e a posizionarci per un ruolo di principale player nel dopo-Gheddafi. Siamo stati tra i primi Paesi – afferma Frattini - a riconoscere i nuovi rappresentanti del popolo libico, a installarci diplomaticamente a Bengasi e a inviare un ambasciatore nella nuova Tripoli. Abbiamo creato con la nuova leadership libica un Comitato di coordinamento congiunto che si riunirà presto al più alto livello politico a Tripoli, per riattivare il Trattato di amicizia italo-libico: uno strumento che mantiene assolutamente 'unica' la posizione dell'Italia in quel Paese. L'Eni ha intanto riavviato le proprie attività. I rapporti con la Libia e più in generale con i Paesi della 'Primavera araba' - ha aggiunto il Ministro - si inquadrano nella promozione di una nostra visione regionale e multilaterale della regione mediterranea, basata su due principi: sviluppo economico e cooperazione regionale. Abbiamo difeso l'idea di un Piano Marshall per i Paesi della primavera araba, per evitare frustrazioni e derive estremiste dei popoli della regione che chiedevano pane e democrazia. Quest'idea si è concretizzata con il partenariato di Deauville, che, assemblando le risorse dei Paesi del G8, delle istituzioni internazionali e dei Paesi del Golfo, mobiliterà nei prossimi due anni diverse decine di miliardi di dollari. Presiederò personalmente a Napoli il 28 novembre una riunione del 5 + 5 (i cinque Paesi del Sud-Europa e i cinque Paesi del Maghreb) che rappresenta il primo tentativo concreto di rilancio della cooperazione regionale con e tra i Paesi nordafricani dopo le rivoluzioni arabe. Una ulteriore iniziativa che stiamo portando avanti riguarda la definizione di uno schema di confidence-building tra i Paesi della regione sul modello della Csce. Un Mediterraneo allargato, prospero e stabile, richiede, oltre alla nostra azione, una presenza dell'Europa forte e coesa. A partire dal processo di pace dove l'Italia sta attivamente sostenendo gli sforzi dell'Unione europea per una ripresa del negoziato tra Israele e palestinesi nel difficile contesto creato dalla richiesta di riconoscimento da parte palestinese".