(ASI) "Ormai questo Governo e la pletora di (sedicenti) esperti, scienziati e task force varie ci hanno abituato a errori grossolani, dietrofront improvvisi, dichiarazioni roboanti smentite immediatamente dai fatti.
Questi pericolosi pasticcioni, stavolta, non si sono smentiti sulle mascherine: domenica sera, il premier Conte ha annunciato pomposamente di aver fissato il prezzo delle chirurgiche a 50 centesimi, lasciando far capire - col solito eloquio fumoso a cui siamo tristemente assuefatti - che ci sarebbe stato un ulteriore abbassamento con l'abolizione dell'IVA. Anche in questo caso, il finto-decisionista Conte ha dimostrato di essersi messo totalmente nelle mani dei suoi "esperti": il prezzo calmierato delle mascherine, infatti, è un coniglio che viene fuori dal cilindro del super-commissario Arcuri che secondo "Il Fatto Quotidiano" avrebbe rassicurato le Regioni, perplesse sulla fattibilità di questo provvedimento, con un laconico: "ora ci penso io che il mercato lo conosco". Peccato che i produttori nazionali di mascherine, molti dei quali hanno deciso di riconvertire le loro aziende proprio in virtù dell'emergenza, si sono lamentati con le Regioni perché i costi si aggirerebbero tra i 60 ed i 75 centesimi e quindi il prezzo fissato dal duo Arcuri-Conte sarebbe fuori mercato. Il Governo ed il super-commissario sembrano aver fatto i conti senza l'oste se contro questo provvedimento si sono subito scagliati la Confcommercio, le farmacie ed i supermercati. Siamo tutti d'accordo sul fatto che vada combattuta ed anche perseguita penalmente l'ignobile speculazione di alcuni sui dispositivi che ci accompagneranno in questa Fase 2, ma il Governo di un Paese democratico non può permettersi di agire ai limiti della costituzionalità, imponendo d'imperio un prezzo di vendita che non copre i costi senza consultare adeguatamente le categorie e senza chiarezza sull'IVA. Arcuri, lo stesso della gaffe sugli aerei provenienti dall'Unione Sovietica, e il presidente Conte si ricordino che l'Italia è un Paese occidentale, in cui vige il libero mercato e la smettano di affidarsi a soluzioni improvvisati che affondano il Made in Italy e avvantaggiano soltanto le importazioni dalla Cina." Così in una nota l'On. Manfredi Potenti.