(ASI) Con il prossimo decreto di aprile, occorre una specifica normativa di transizione che allunghi il periodo di moratoria sui fallimenti ben dopo il 30 giugno o potremo trovarci di fronte alla più massiccia serie di procedimenti della storia repubblicana.
Una interrogazione al Ministro della Giustizia è stata depositata dall’On. Manfredi Potenti per conoscere se vi sia la volontà del Governo di garantire una normativa transitoria in materia successiva al 30 giugno 2020. L’emergenza Covid-19 determinerà infatti conseguenze pesantissime su tutte le imprese italiane. Il settore dei fallimenti sarà purtroppo il prossimo campo di battaglia sul quale rischiamo di vedere scomparire una nutrita schiera di imprenditori ed aziende del paese. Il c.d. “decreto liquidità”, dl 23/2020 ha introdotto varie misure a favore delle imprese per evitare la crisi e mantenere la continuità aziendale, tuttavia, nessuna disposizione ha derogato alla normativa penale fallimentare. Reati che si consumano quando l'impresa è in bonis, ma vengono puniti solo con la dichiarazione di fallimento o l'accesso al concordato preventivo da parte dell'impresa. L’assurdo di questa situazione è che le stesse misure disposte a sostegno delle aziende in crisi, come i finanziamenti bancari, generano la possibilità di aggravare il dissesto e commettere pagamenti preferenziali in violazione della par condicio creditorum, punibile dall’art. 216 legge fallimentare (l.f.). Questa condizione di rischio non permetterà poi di attivare ed utilizzare strumenti di composizione della crisi quali il concordato preventivo o gli accordi di ristrutturazione dei debiti. Dobbiamo intervenire presto e con forza per salvaguardare azioni di ricorso massivo alle procedure fallimentari, dalle quali, non sarà possibile risollevarsi. È quanto dichiara in una nota l’On. Manfredi Potenti (Lega-Salvini Premier), membro II Commissione Giustizia nonchè Segretario della Commissione d' inchiesta Ecoreati.