(ASI) "Dal modello Sesto al modello Napoli? Un’intercettazione potrebbe far esplodere il Pd campano.
E attraverso quello stesso meccanismo di vasi comunicanti che sta gia’ mettendo sotto la lente d’ingrandimento strani intrecci con faccendieri e affaristi di noti esponenti del Pd, dalla Lombardia alla Puglia. Secondo la Direzione antimafia partenopea, ci sarebbero state pressioni e minacce ai seggi da parte di ambienti vicini ai clan locali per inquinare il voto delle primarie di partito. Le preferenze, secondo gli inquirenti, sarebbero dovute convergere su un unico candidato particolare".
Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, il quale e’ intervenuto sui recenti fatti giuziari riguardanti il partito di Bersani:
"L’indagine e’ aperta ma fa sorridere la modalita’ con la quale si e’ giunti a questo risvolto della vicenda. Sembrerebbe che mentre il pool anticamorra verificava alcuni possibili intrecci tra criminalita’ organizzata e politica nelle elezioni amministrative di un’altra citta’, Gragnano, abbiano poi ’intercettato’ anche le pressioni da parte della camorra sulle primarie del Pd a Napoli. Ricordiamo che gia’ all’epoca dei fatti, quando cioe’ le cronache sulla scelta del candidato sindaco per il centrosinistra partenopeo erano segnate da brogli e presenze discutibili ai seggi, il procuratore Lepore derubrico’ il caso ad una questione privata. Come a dire: se la sbrigassero tra di loro. Ma oggi che forse trapela lo zampino della camorra ci auguriamo che qualcuno almeno questa volta non stia zitto. Se i fatti dovessero trovare conferma ci troveremmo di fronte ad una vergogna non locale, ma nazionale. E forse di fronte all’ultimo atto di un modo di fare ’sistema-partito’ che non vorremmo dal metodo delle tangenti si estendesse, da parte di alcuni, a quello della criminalita’ organizzata".