(ASI) "Al netto delle necessità emergenziali di fronte agli occhi di tutti, aprire nel "Cura Italia" ad un procurement diretto per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, congiuntamente all'incentivazione del cloud, apre falle nell'architettura di sicurezza informatica delle infrastrutture e dei dati sensibili. Consideriamo questa deroga un azzardo, a fronte anche dell'attesa della definizione dei decreti attuativi del perimetro di sicurezza cibernetica e dell'attivismo diplomatico cinese in questa difficile fase per la Nazione. Non vorremmo che tecnologie di aziende con legami con lo Stato cinese possano essere utilizzate massivamente dalle amministrazioni centrali, senza alcuna vigilanza da parte del
Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale. Ne va della nostra sovranità digitale. Il decreto va sicuramente migliorato: l'infrastruttura di rete italiana ha mostrato di reggere, ma non è abbastanza. Non possiamo pensare alla digitalizzazione della PA, mentre la rete Internet "lagga", è in ritardo o cade, come è avvenuto in Italia qualche giorno fa con l'uscita di un noto videogioco online.
La debolezza delle politiche per la digitalizzazione, evidenziata dal basso gradino in cui si trova l'Italia nell'indice DESI, che misura l'attuazione dell'Agenda Digitale, va superata con un cambio di paradigma. Le reti e la loro resilienza, ha mostrato l'emergenza, sono essenziali: vanno, con necessità e urgenza, sbloccati i fondi per gli incentivi alle famiglie per l'adozione della banda ultralarga, aggregati i beni relativi alle reti di telecomunicazioni di TIM-Open Fiber, semplificata la burocrazia per il rilascio dei permessi di scavo e dotati i presidenti di Regione di strumenti legislativi ad hoc per attuare il piano banda ultralarga. Soltanto un’impresa su tre è dotata di connessioni in banda ultra larga, e circa due aziende su tre risiedono nelle “aree grigie”, mentre la connessione ultralarga raggiunge solo il 10% delle famiglie, in ritardo rispetto gli obiettivi di digitalizzazione previsti dell'Agenda 2020 e dal Piano nazionale sulla BUL.
Infine, va varato un piano di sostegno alle startup innovative, al fine di garantire la tecnologia italiana e l'occupazione giovanile, e inserite deduzioni fiscali per gli investimenti in qualità della sicurezza informatica, sia sul piano tecnico che della formazione."
Così in una nota il deputato responsabile Innovazione di FDI, Federico Mollicone.