(ASI) Pescara - "La difficile situazione presente presso la Casa Circondariale di Pescara diventata sempre più insostenibile dato il numero dei detenuti ultimamente aumentato a dismisura passando da 250 a 430 sta arrivando, se non l'ha già fatto, ad un punto di non ritorno.
Ricordiamo che la maggiorparte della popolazione ivi ristretta è costituita da detenuti tossicodipendenti e alcooldipendenti e ciò comporta un notevole impegno lavorativo da parte dell'unica psicologa presente in istituto, da parte degli altri operatori sanitari e del Corpo della Polizia Penitenziaria.
Purtroppo, l'insufficiente numero di ore lavorative messe a disposizione della specialista in psicologia non permette di far fronte a tutte le richieste. Il carcere, dobbiamo ricordarlo, rappresenta un micro mondo spesso poco conosciuto , con i suoi ritmi e con le sue regole.
I ristretti necessitano di un supporto psicologico costante a causa dell'autolesionismo, dello sciopero della fame e dei reiterati comportamenti indisciplinari e di insubordinazione.
Il colloquio psicologico in carcere nei confronti dei detenuti tossicodipendenti è fondamentale e rappresenta uno strumento fondamentale per sostenere, orientare e motivare il detenuto per il suo percorso riabilitativo e per dare attraverso una relazione scritta informazioni utili per il suo trattamento alla Direzione del Carcere e alla Magistratura.
Nell'ambito della medicina Penitenziaria fondamentale importanza riveste infatti il ruolo dello psicologo ma con un irrisorio numero di ore(35 mensili), del tutto insufficienti per svolgere un lavoro di supporto psicologico, motivazionale e di orientamento, altro non si fa che mettere a rischio l'intero impianto trattamentale e con esso la volontà espressa dalla Costituzione e di riflesso anche la sicurezza all'interno dell'istituto stesso.
Si ribadisce pertanto l'importanza della continuità terapeutica unica capace di garantire presenza e sostegno continuo.
Se poi si tiene presente che tra lo psicologo e il Corpo di Polizia Penitenziaria si crea una grande collaborazione che permette di intervenire tempestivamente nelle situazioni a rischio si capisce bene l'importanza di un siffatto professionista.
Non si dimentichi infine che ultimamente, essendo aumentato il numero dei ristretti risulta ancora più difficile gestirli a causa del l'insufficiente numero di agenti. In sostanza altro non si sta buttando sul cotto che olio bollente.
Di questa gravissima situazione si è parlato a margine di una riunione tenutasi per discutere della questione del reparto pro detenuti dell'ospedale di Pescara( del cui esito ne parleremo in separato comunicato), con il vertice della dirigenza Asl, con il responsabile della Uil PA Polizia Penitenziaria di Pescara Giuseppe Ferretti e con Nelda Orsini dell' Associazione di Consumatori ed Utenti Casa del consumatore.
Il Dirigente generale FF Asl Pescara Caponnetti, dopo aver preso spunto della denuncia, ne approfondirà il contenuto in occasione del prossimo incontro previsto per metà novembre al quale saranno convocati il Provveditore dell'Amministrazione Penitenziaria, il Garante dei detenuti Abruzzo e l'Assessore alla Sanità della Regione Abruzzo.
Se saranno rose (cosa che ci auguriamo per tutti) fioriranno.".
Lo dichiara in una nota la Uil PA Polizia Penitenziaria Abruzzo.