(ASI) "Contro una manovra dai tratti 'profondamente iniqui' e 'aggravata' in queste ore da norme, come l'articolo 8 sui 'licenziamenti facili', che hanno come scopo l'abolizione del contratto nazionale, dello Statuto dei lavoratori e dei diritti di questi ultimi, la Cgil ha indetto per domani (martedì 6 settembre) lo sciopero generale di otto ore per ogni turno di lavoro e per tutte le categorie di lavoratori.
Dietro la rivendicazione un'altra manovra è possibile, dal segno diverso, pagata da chi più ha e non ha mai pagato, il sindacato di corso d'Italia si prepara alla suo quinto sciopero generale nel corso di questa legislatura, il secondo per Susanna Camusso alla guida del più grande sindacato italiano, con oltre 100 manifestazioni in altrettante piazze d'Italia, con il segretario generale che chiuderà la manifestazione di Roma".
Così una nota diffusa dalla Cgil annuncia lo sciopero generale organizzato per la giornata di domani aggiungendo: "Un notevole sforzo organizzativo per la confederazione di Corso d'Italia deciso appena lo scorso 23 agosto per cambiare i tratti 'iniqui e vendicativi' della manovra 'salvacrisi' del 13 agosto, e delle sue innumerevoli e confusionarie riscritture dei giorni a seguire".
La Cgil punta il dito contro il combinato disposto della manovra del 6 luglio, approvata dalle Camere, e di quella del 13 agosto, decreto in via di conversione, che sommati produrrebbero una correzione dei conti pubblici senza precedenti "per mole e per iniquità" (2,1 miliardi nel 2011, 24 nel 2012, 50 nel 2013 e 55,4 nel 2014). Ma alla correzione, annuncia la Cgil, "seguirà un effetto depressivo che prepara il campo a nuove e dannose manovre economiche".
Anche l'Italia dei Valori fa sapere che sia a livello nazionale che regionale, aderisce allo sciopero generale indetto per domani dal sindacato. In tutte le piazze della Sardegna in cui si terranno le manifestazioni a sostegno del lavoratori saranno presenti i banchetti per la raccolta delle firme per i referendum abrogativi della legge elettorale e per la proposta di legge costituzionale ad iniziativa popolare per la soppressione delle province, iniziative alle quali anche la Cgil ha a sua volta aderito.