(ASI) "I diversi protocolli di intesa tra sportelli antiusura o realtà che si occupano di contrasto alle mafie con gli enti pubblici, da cui spesso sono scaturiti osservatori sul fenomeno dell’usura sono certamente uno strumento utile per avere piena cognizione del fenomeno, ma non sollevano lo Stato dalla responsabilità di mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché l’usura non continui ad essere uno strumento in mano alle mafie per soggiogare tanti cittadini".
Così in una nota Alessio Pascucci e Antonella Sassone, rispettivamente coordinatore nazionale e dirigente di Italia in Comune.
Dopo oltre vent’anni dall’approvazione delle legge nazionale antiusura Italia in Comune "propone l’istituzione di un tavolo tecnico istituzionale di carattere nazionale, con la partecipazione delle realtà associative che maggiormente in questi anni hanno monitorato e contrastato il fenomeno, unitamente alle forze dell’ordine e alle istituzioni centrali e periferiche, con l’obiettivo di arrivare ad una proposta di modifica della legge 108 del 1996 che bilanci gli aspetti repressivi e preventivi del fenomeno, con una presa in carico dello Stato dei soggetti più fragili ipotizzando prestatori di ultima istanza pubblici che si sostituiscano agli unici prestatori di ultima istanza che oggi operano nelle comunità: le mafie".
"Il senso dello Stato e il rispetto delle istituzioni è dato dalla capacità di porsi al fianco delle persone più fragili che vivono nelle comunità: le mafie vivono da sempre dell’assenza dello Stato, delle sue mancanze e delle sue debolezze, è ora di invertire questa tendenza", conclude la nota di Italia in Comune.