(ASI) "Il governo deve adottare azioni straordinarie ed urgenti, così come fatto per situazioni di analoga gravità, affinché avvenga l’immediato pagamento dei creditori della Astaldi e il conseguente celere completamento della Quadrilatero, infrastruttura voluta dal governo Berlusconi e ad oggi ultima opera pubblica nazionale realizzata, e purtroppo non ancora terminata, in Umbria e Marche".
É quanto chiedono in una interrogazione, indirizzata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, i senatori di Forza Italia Fiammetta Modena e Andrea Cangini.
Proprio oggi, 7 marzo, lungo la strada che vede la situazione di stallo, tra i cantieri che vanno da Fossato di Vico a Cancelli e da Fabriano a Serra San Quirico, si è tenuta una manifestazione di protesta estremamente partecipata, in rappresentanza delle decine di imprese umbre e marchigiane che rischiano il fallimento perché, a causa della crisi della Astaldi, non hanno ricevuto quanto dovuto per un’opera già finanziata e che, una volta riscosso il credito maturato, potrebbero concludere in poche settimane. Ad essere coinvolti sono le imprese edili del territorio ma anche autotrasportatori, imprese terziste e sub fornitrici.
"Il Piano di salvataggio del Gruppo Astaldi presentato dalla Società Salini - sottolineano i senatori Modena e Cangini - prevede 225 milioni di Euro di aumento di capitale necessari per mantenere in vita l’azienda e completare le opere fra cui la Perugia - Ancona, ma i debiti rimangano in carico al concordato e quindi sulle spalle dei creditori che verranno pagati in percentuale con l’emissione di azioni e obbligazioni della stessa Astaldi. Questo, dunque, non porterebbe ad una risoluzione celere della questione. Ormai sono 8 mesi di blocco dei cantieri sul tratto umbro e marchigiano e ammontano ad almeno 40 milioni di euro i crediti vantati dalle imprese che hanno fornito lavori e materiali al Gruppo Astaldi, generale contractor per la società Quadrilatero. Il Governo deve farsi carico al più presto della situazione prima che sia totalmente irreversibile e prima che a pagare siano ancora una volta imprenditori e lavoratori".