(ASI) Roma – Nei prossimi giorni arriverà in Aula alla Camera, la riforma che introduce nel nostro ordinamento l’istituto del referendum propositivo senza quorum. Il presidente della commissione Agricoltura, Filippo Gallinella, spiega quali sono i vantaggi che porterebbe l’iniziativa targata Movimento 5 Stelle.
“La proposta in esame introduce una nuova forma di partecipazione diretta del popolo per far funzionare meglio le istituzioni rappresentative e prevede che 500mila cittadini possano elaborare un progetto di legge da sottoporre al Parlamento, che avrà 18 mesi di tempo per esaminarlo. Le Camere potranno approvarlo anche con modifiche oppure respingerlo, dando luogo al referendum: se soddisferanno i promotori questi rinunceranno alla consultazione, viceversa si terrà un referendum su entrambi i testi. Non si tratta – continua Gallinella – di uno strumento con il quale mettere in discussione i diritti e le libertà dei singoli e delle minoranze, poiché la proposta, prima di essere presentata, dev’essere sottoposta alla Corte costituzionale: è sbagliato sostenere che essa costringerà il ricorso continuo al voto, perché è richiesto un consistente numero di firme per la presentazione delle proposte e la legge di attuazione specificherà il numero massimo di leggi che potranno essere presentate. Inoltre – incalza Gallinella – lungi dal consentire il prevalere di minoranze organizzate, la proposta favorirà la partecipazione al voto grazie dall’assenza del quorum, consentendo un dibattito pubblico più articolato. Anche il timore che questa riforma metta a rischio le finanze pubbliche è infondato perché, se essa prevede delle spese, deve anche provvedere per le relative coperture, sempre sotto il controllo della Corte costituzionale. Quanto al rischio che la riforma possa delegittimare il Parlamento, è vero l’esatto contrario: consentire al popolo una piena partecipazione alla res publica, rafforzerà la sua legittimazione. Il 2019 – conclude Gallinella – sarà l’anno del cambiamento e inizierà una nuova stagione nel segno della centralità dei cittadini, in cui la democrazia tornerà protagonista”.
*Foto di repertorio