(ASI) Roma – «Ancora una volta censurata. Come già accaduto in passato, Facebook non ha gradito un post sul mio profilo pubblico e ha, perciò, deciso di cancellarlo e bloccarmi per qualche ora.
Secondo la 'democratica' polizia di pensiero firmata da Zuckerberg, infatti, alla sottoscritta, nipote di Benito Mussolini, non è permesso ricordare la nascita del Movimento Sociale Italiano, così come non lo era menzionare il compleanno del nonno.
Tutto ciò è vergognoso e inaccettabile, oltre che politicamente scorretto».
Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale.
«Sia nel primo che nel secondo caso, dopo qualche minuto dalla pubblicazione, è arrivato il cartellino rosso e mi è stata comunicata l’espulsione dalla piattaforma per ventiquattro ore. Ma non è tutto: questa volta ho incassato anche un’ammonizione. Ripetere quello che Facebook considera un errore, utilizzando parole ritenute “non consentite”, infatti, potrebbe comportarmi, stando a quanto mi è stato comunicato, un esilio ancora più lungo, se non addirittura una epurazione definitiva».
«L’ho già detto nelle altre occasioni, ma ci tengo a ribadirlo: sono indignata e molto amareggiata per l’atteggiamento discriminatorio che Facebook continua ad adottare nei confronti miei e in quelli di altri esponenti della mia famiglia. Ciascuno deve avere il sacrosanto diritto di esprimere le proprie opinioni, purché queste non abbiano natura estrema e antidemocratica, senza rischiare di essere bannato per questo. Dal quartier generale di Facebook dovrebbero spiegarci perché si adottano due pesi e due misure e quello che viene negato ai Mussolini, potrebbe essere concesso ai Lenin, agli Stalin o ai Pol Pot», conclude Rachele Mussolini.