(ASI) "Siamo alle solite. Si dipingono come i rappresentanti del popolo, ma sono contro il popolo, perchè lo vogliono ignorante e disinformato. Adesso Di Maio e compagnia bella sono intenti a mettere il bavaglio alla stampa libera.
Sono arrivati a dimezzare i fondi destinati a Radio Radicale, non era mai successo prima. E poi prospettano tagli ad Avvenire o il Manifesto e a tante altre piccole realtà di giornalismo che garantiscono ogni giorno pluralismo e libera informazione. Ma a loro evidentemente non piace la pluralità di voci. Anzi, ne sono disturbati. Perchè spesso questi giornali svelano la loro becera propaganda riportando fatti e numeri inoppugnabili. E colpisce che a muovere questo attacco alla democrazia, (perchè se attacchi la stampa atttacchi la democrazia tutta) sia proprio il ministro del lavoro. Togliere i fondo significa riduzioni drastiche di personale. Significa licenziamenti. Significa disoccupazione. Abbiamo il ministro del lavoro che lavora per la disoccupazione. Davvero un unicum.
Complimenti Luigi Di Maio!" Così Matteo Richetti commenta su Fb i tagli all'editoria decisi dal Governo