(ASI) «Ha vinto la verità, i nostri manifesti “Due uomini non fanno una madre #stoputeroinaffitto” non offendono nessuno; è la maternità surrogata piuttosto a essere “contraria all’ordine pubblico” come ha ben ribadito da poco il Procuratore Generale della Cassazione e a rappresentare una “violenza contro le donne” come ha stabilito il Parlamento».
È la dichiarazione soddisfatta del presidente di Pro Vita Antonio Brandi, e di quello di Generazione Famiglia Jacopo Coghe, dopo che il presidente del Gran Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha accertato che la campagna delle due associazioni – tra le promotrici del Family Day – non viola il suo codice.
«Ora Virginia Raggi ci chieda scusa e si renda conto che sono lei e le sue trascrizioni a non essere più ammissibili. I diritti civili non possono basarsi sul calpestamento dei diritti dei più deboli» hanno aggiunto i due presidenti.
«È una bella lezione alla dittatura del politicamente corretto e alla nuova “Inquisizione buonista”», hanno concluso Brandi e Coghe, «che dietro falsi slogan che inneggiano all’amore, vogliono privare un bambino della sua mamma o del suo papà. Noi continueremo a difendere il diritto dei più piccoli a non essere comprati al mercato degli uteri». Lo hanno dichiarato con un comunicato congiunto il presidente di Pro Vita Antonio Brandi e quello di Generazione Famiglia Jacopo Coghe.