(ASI) ROMA, - «L’emergenza maltempo dei giorni scorsi, con le esondazioni di fiumi e torrenti che hanno purtroppo causato decine di morti, ha risollevato un annoso problema riguardante la pulizia dei fiumi dai detriti e sedimenti che si depositano sui fondali».


Lo dichiara la senatrice M5S e membro della commissione ambiente, Virginia La Mura.
«A tal proposito la stampa ha parlato del disegno di legge presentato della Lega che renderebbe estremamente più facile le operazioni di rimozione di tronchi d’albero, ghiaia, sabbia e detriti dall’alveo dei fiumi. Un’operazione che, per i meno esperti, potrebbe sembrare logica: elimino materiali dal fondale dei fiumi dandogli maggiore profondità ed evito così le esondazioni degli stessi. Ecco, non è assolutamente così, al contrario, come mi è stato confermato anche dall’ISPRA, una copiosa letteratura scientifica dimostra come, a seguito di intensivi prelievi di sedimenti dai fiumi per l’edilizia e le infrastrutture avvenuti tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80, si sono verificate alterazioni spesso irreversibili degli assetti fluviali con instabilità e crollo delle sponde, disequilibri ecosistemici, minore mitigazione naturale delle acque. Molti i rischi che ne deriverebbero».
«Altra questione che andrebbe affrontata - continua La Mura - è la prassi con cui si vorrebbero gestire le suddette operazioni. Modalità che, in sostanza, trasformano azioni di manutenzione straordinaria in azioni di manutenzione ordinaria. Con tutto ciò che questo cambiamento comporta. Perché, infatti, quando si tratta di calamità naturali è la Protezione Civile ad occuparsene, in alcuni casi può essere anche la Regione ad intervenire nelle emergenze, ma parliamo di emergenze. Il ddl della Lega invece, parla di prevenzione, ma allo stesso tempo applica per questa misure d’emergenza prevedendo un periodo di 3 anni in cui i presidenti delle Regioni possono comportarsi come commissari straordinari in situazioni di particolare rischio, e autorizzare così l’estrazione dai corsi d’acqua di tronchi d’albero, di materiale vegetale così come di ghiaia, ciottoli e sabbia dal letto dei fiumi e dei torrenti fino al ripristino del livello storico dell’alveo. Inoltre, sarebbero disponibili solo 10 giorni per dare il via libera al presidente della Regione, terminato questo tempo è implicito il parere positivo all’esecuzione dei lavori. Questa modus operandi lascerebbe tempo ai dovuti rilievi tecnici»
«Quelle indicate devono essere competenze ministeriali -dichiara la senatrice M5s -, perché ci dobbiamo occupare integralmente del bacino idrografico e dunque la competenza non può essere regionale o, peggio ancora, comunale. Perché il dissesto idrogeologico non si può affrontare a livello locale, ma nazionale. Infatti, nel Testo Unico Ambientale all’art. 117 comma 2 quater, è prevista la presenza nel piano di gestione distrettuale, di un piano di gestione dei sedimenti di bacino idrografico atto a migliorare lo stato dei corsi d’acqua e a ridurre il rischio alluvioni con operazioni strategiche che non espongano i territori a rischi. Rischi che nulla hanno a che fare, inoltre, con quanto accaduto le scorse settimane, perché trattasi di calamità naturali eccezionali, che non possono essere previste».
«Stiamo scrivendo un nuovo ddl che tenga in considerazione quanto detto finora per la manutenzione ordinaria dell’alveo dei fiumi - conclude La Mura - , prevedendo disposizioni per la riqualificazione morfologica e la gestione ecosistemica degli alvei dei fiumi e dei torrenti per prevenire alluvioni e migliorare lo stato ecologico dei corsi d’acqua. Quindi una legge di carattere preventivo che segua le direttive comunitarie 2000/60/CE e 2007/60/CE (direttiva quadro sulle acque e direttiva alluvioni), e il “Sistema di valutazione idromorfologica, analisi e monitoraggio dei corsi d’acqua”, denominato IDRAIM, elaborato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Un ddl che tenga in considerazione l’intero bacino idrografico per opere di gestione straordinaria dei fiumi e dei torrenti rispettose degli ecosistemi e in linea con le procedure tecnico-scientifiche a salvaguardia della popolazione».

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