(ASI) La tanto discussa legge finanziaria, definita dal governo, è giunta in parlamento in vista dell’approvazione. Il costo totale del provvedimento è pari a 21,5 miliardi.
Il testo destina 9 di questi per l’introduzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza e 7 per la sostituzione della legge Fornero con la Quota 100 (si potrà andare in pensione, da gennaio, a 62 anni di età e a 38 di contributi). Palazzo Chigi stanzia anche 2 miliardi per la Flat Tax (tassa unica al 15% per le partite Iva), 1 per il rafforzamento dei centri per l’impiego, 1 per nuove assunzioni nelle Forze dell’ordine e 1,5 per indennizzare coloro che sono stati truffati dalle banche. Non ci sarà nessun aumento dell’Iva nel 2019, ma l’imposta subirà un lieve incremento nel biennio successivo. Le nuove norme prevedono anche una diminuzione, dal 24 al 15%, dell’Ires per le imprese che assumeranno e l’avvio di sconti per le aziende che investiranno in macchinari e nel settore della ricerca. La nota di aggiornamento al Def ha riferito che il debito pubblico raggiungerà il 2,4% nel 2019, il 2,1% nel 2020 e l’1,8% nel 2021. Il pareggio di bilancio arriverà quindi solo successivamente. Sono forti le perplessità in merito al provvedimento delle opposizioni, ma soprattutto del vecchio continente. Un quotidiano italiano ha riportato oggi la notizia di un incontro, avvenuto mercoledì scorso al Quirinale, tra il Capo dello stato, Sergio Mattarella (colui che dovrà promulgare il testo) e il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. Quest’ultimo, in base a quanto riferito dalla fonte, ritiene che nell’esecutivo giallo – verde ci sia “una forte sottovalutazione del contesto in cui si sta scrivendo la manovra”. Ha evidenziato quindi il rischio “di declassamento da parte delle agenzie di raiting” che potrebbe portare al “commissariamento del paese”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia


