(ASI) Roma - Reddito di cittadinanza, flat tax e quota 100 per le pensioni, più un decreto su sicurezza e migranti. I pilastri della campagna elettorale di Lega e Movimento 5 Stelle si riflettono sulla natura della finanziaria che dovrà trovare tutte le coperture necessarie, con il rischio di sforare i limiti consentiti dall'Unione europea sul rapporto fra debito e Pil.
L'ultimo stop lo ha subito il reddito di cittadinanza, l'elemento più caro ai pentastellati nella realizzazione della manovra e per la sopravvivenza del governo stesso. Alla precisazione del vicepremier leghista Matteo Salvini ha fatto eco il chiarimento di Luigi Di Maio: «Sarà riservato ai cittadini italiani». Ecco però l'ombra dell'incostituzionalità dietro le intenzioni del leader del M5s. Con l'ultima correzione, sarebbero esclusi oltre un milione e mezzo di stranieri, il 32% dei cinque milioni di persone che vivono in condizione di povertà assoluta in Italia. Una prestazione assistenziale, così come è prefigurata, inaccettabile per il diritto europeo, a differenza del reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni, che sostiene chi è in possesso di un permesso di soggiorno ed è residente in Italia da almeno 2 anni.
Il nodo da sciogliere rimane la trattativa con il titolare del Tesoro, il ministro Giovanni Tria che resta diffidente sulla reperibilità delle risorse. Unico modo per far partire il reddito di cittadinanza per esempio, dicono i pentastellati, sarebbe per Tria una riduzione delle spese e la necessità di farlo partire non prima del 2019 e valere solo alle pensioni minime per chi ha compiuto già 70 anni d'età. Questo per garantire 780 euro mensili.
Di Maio prevede poi l'utilizzo di fondi europei per potenziare i centri per l'impiego, presupposto per attivare il reddito di cittadinanza ai disoccupati poveri. In totale servirebbero, secondo le prime stime, circa 15 miliardi l'anno. Saranno così da rivedere altre forme di previdenza sociale come l'indennità di disoccupazione (4,7 miliardi l'anno) e lo stesso reddito di inclusione (2,5 miliardi già stanziati dal precedente governo per il 2019).
Dalla Lega, non appena era stato trovato l'accordo per le prossime elezioni regionali con il resto del centrodestra, hanno invece confermato la quota 100 per le pensioni nella prossima nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza, che sarà presentata il 27 settembre. I requisiti restano così 62 anni d'età e 38 di contributi. Promessa che la Lega è convinta di mantenere senza alcun aumento dell'Iva, ricorrendo a soluzioni come il ricalcolo contributivo sui versamenti dal 1996 per chi sceglie il nuovo metodo di pensionamento, tagliando gli assegni del 10-15% o consentire al massimo 2 anni di contributivi figurativi. In alternativa, limitare il provvedimento nel primo anno quota 100 alle sole categorie di lavoratori svantaggiati. In questo modo quasi 400mila persone potranno cessare l'attività lavorativa che era stata prolungata con la Legge Fornero.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia