(ASI) I toni da spaccone di Luigi di Maio rischiano di aggiungere ulteriori danni ai due miliardi di euro in più che l’anno venturo pagheremo in interessi sul debito, grazie alle spericolate esternazioni estive dei due vicepremier.
Per il governo giallo verde il tema non è chiamare il popolo a ribellarsi contro una fantomatica dittatura dei mercati, quanto riconquistare la fiducia dei risparmiatori che detengono il nostro debito pubblico. Per il 70 per cento, italiani. Sfasciare i conti per buttare miliardi di euro in misure di scarsa efficacia per la crescita o controproducenti sul terreno dell’equità andrebbe perciò doppiamente a danno degli italiani. Ci auguriamo che la competizione distruttiva con Salvini ceda il passo ad una linea di buon senso, concentrando le risorse su ciò che serve al Paese: un forte impulso agli investimenti pubblici e privati, il potenziamento del reddito di inclusione contro la poverta, una riforma fiscale a sostegno delle famiglie con figli a carico.