(ASI) Calabria - Il Presidente della Regione, Mario Oliverio, è intervenuto questa mattina al convegno sul lavoro organizzato dalla Regione Campania a Villa Pignatelli di Napoli a CUI hanno preso parte sei Presidenti delle Regioni del Sud e al termine della quale è stato sottoscritto un importante memorandum finale per il rilancio del lavoro pubblico nel Mezzogiorno.

Un documento nel quale, dopo aver evidenziato che nei prossimi cinque anni in Italia andranno in pensione circa 450 mila persone, i presidenti delle Regioni del sud auspicano una forte accelerazione dei tempi di reintegro. “Per il Sud -si legge, tra l’altro, nel documento sottoscritto- è una grande occasione per abbassare l'età media dei lavoratori e aumentare il numero dei laureati. Tutti obiettivi che le sei regioni firmatarie del memorandum condividono e che possono perseguire senza costi ulteriori di bilancio pubblico perché tutte le assunzioni verranno effettuate rispettando i vincoli di finanza pubblica vigenti. La Pubblica Amministrazione -  conclude il documento - deve tornare ad essere un pezzo fondamentale del motore dello sviluppo del Mezzogiorno".

“Alla luce di queste considerazioni -ha detto Oliverio nel corso del suo intervento- è necessario stringere un Patto unitario tra le Regioni del Sud che abbia al centro il lavoro per le migliaia di disoccupati che vivono nel Mezzogiorno. Mai come in questo momento le Regioni meridionali sono chiamate a ritrovarsi intorno ad un progetto unitario e positivo per la crescita di questa grande area che costituisce la proiezione dell'Europa nel Mediterraneo. Infrastrutture, attività produttive ed energia, turismo, sistemazione idrogeologica e messa in sicurezza sismica del patrimonio edilizio pubblico e privato, servizi a partire dalla sanità, formazione ed istruzione, sono questi i grandi temi di interesse comune per le Regioni del Sud su cui costruire progetti unitari. Il divario  tra il centro-nord ed il sud sul piano economico e sociale, delle infrastrutture e dei grandi servizi, delle opportunità di lavoro per i giovani, richiede politiche differenziate finalizzate al superamento del gap esistente. Il Sud non può più accettare di essere risospinto in una deriva assistenzialistica che lo condannerebbe definitivamente alla marginalità, ma deve essere messo nelle condizioni di esprimere pienamente le sue potenzialità. Per questo è necessario sostenere  i segni positivi, sia pure timidamente registrati su alcuni aspetti e semmai rafforzare gli investimenti. Per questo è necessario aprire una fase di protagonismo unitario del Sud. Divise le Regioni del Mezzogiorno sono più deboli. Unite su una proposta positiva, articolata sulle diverse problematiche da affrontare per recuperare i ritardi accumulati in un lungo periodo, le nostre realtà territoriali possono incidere di più ed affrontare con maggiore efficacia problemi storicamente irrisolti”.

“Non propongo -ha aggiunto Oliverio- una linea che contrappone il Sud al Nord. La mia proposta di porre unitariamente  il Sud al centro di un confronto positivo con il nuovo Governo Nazionale ed anche con le Istituzioni Europee in vista della nuova politica di coesione che sarà definita in questi mesi, muove dalla convinzione che il Sud è una grande risorsa utile all'Italia e all'Europa e deve essere messo nelle condizione di esprimere appieno tutte le sue potenzialità. Questo è il terreno su cui devono misurarsi le classi dirigenti meridionali e sui risultati devono essere giudicate”.

“Mi auguro e propongo  -ha concluso il presidente della Giunta regionale calabrese- che l'incontro di oggi tra noi Presidenti delle Regioni del Sud sia l'inizio di un percorso di lavoro e di impegno volti a definire proposte unitarie su problematiche di interesse comune. Il Sud cresce solo se è unito. Diviso è destinato a prorogare la sua marginalità. La nostra responsabilità, affidataci democraticamente con il voto dalle nostre Comunità, ci impone un impegno comune sui problemi e sulle proposte condivise per la loro soluzione. Un impegno che deve essere prioritario su tutto, a prescindere dalle appartenenze e dalle colorazioni politiche.”. f.d.

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